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Danni ingenti all’ecosistema della Laguna e alle attrezzature dei pescatori. I risultati dello studio commissionato dalla Fondazione della Pesca al Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica dell’Università Ca’ Foscari Venezia non lasciano dubbi: il granchio blu è una specie invasiva dall’impatto pesantissimo.
“Come Fondazione della Pesca, in accordo con il Consiglio dell’Ente, abbiamo finanziato con un totale di circa 72.000 euro (ndr la prima tranche è costata 40.000 euro, equamente suddivisa tra Regione del Veneto e Fondazione della Pesca, la seconda tranche di 52.000 euro a carico della Fondazione della Pesca, di cui euro 12.000 hanno finanziato una borsa di studio ad hoc per l’elaborazione dei risultati dei campionamenti) questo importante progetto – ha detto il Sindaco di Chioggia, Mauro Armelao, in veste di Presidente della Fondazione della Pesca. – Con questa seconda parte completiamo lo studio che ha già fatto scuola in materia di granchio blu. Il prossimo passo sarà trasmettere i risultati della ricerca sia alla Regione che al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, così come alla Commissione europea come avevamo fatto già con la prima parte dello studio, in modo da divulgare il più possibile i risultati ottenuti”.
Cristiano Corazzari, Assessore al Territorio, Cultura, Sport, Caccia e Pesca Regione del Veneto: “La prima parte dello studio con la relativa relazione tecnica, sostenuta anche dalla Regione del Veneto, ci ha permesso di procedere alla richiesta di declaratoria di calamità naturale al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Questa seconda parte realizzata dall’Università di Venezia su incarico della Fondazione della Pesca, sono certo fornirà ulteriori informazioni su un ambito che vede questa amministrazione impegnata al fine di far fronte ai danni alle produzioni della pesca e dell’acquacoltura causati oltre che dalla diffusione di specie aliene, anche da calamità naturali causate dal granchio blu nell’anno 2023 e avversità atmosferiche”.
I risultati dello studio
Il granchio blu è una specie originaria delle coste occidentali dell’Oceano Atlantico, diffusa dal Canada all’Argentina, e introdotta accidentalmente nelle acque del Mediterraneo a partire dagli anni ’30 del ‘900, probabilmente tramite l’acqua di zavorra delle navi. Nelle ultime due decadi il granchio blu si è diffuso lungo le coste italiane, a partire dalle aree ioniche per poi colonizzare l’Adriatico e il Tirreno. In Alto Adriatico le presenze di questa specie invasiva sono andate progressivamente aumentando negli ultimi dieci anni, con una vera e propria esplosione demografica osservata nel 2023, soprattutto negli ecosistemi acquatici di transizione. Da giugno 2023 a giugno 2024 è stato condotto dal Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica dell’Università Ca’ Foscari Venezia (responsabile scientifico: Prof. Piero Franzoi) uno studio sperimentale, finanziato dalla Fondazione della Pesca di Chioggia, finalizzato a valutare sia la diffusione del granchio blu in laguna di Chioggia e nel tratto marino costiero ad essa antistante, sia il danno arrecato da questa specie invasiva alle attività tradizionali di piccola pesca (pesca con le tresse, con bertovelli e pesca delle seppie con reti da posta) praticate in loco. Lo studio ha inoltre permesso di ottenere informazioni sulla biologia ed ecologia della specie nell’area di indagine. Sono stati condotti campionamenti mensili utilizzando 4 differenti tipi di nasse con esca ed inoltre è stato effettuato il monitoraggio scientifico delle catture della pesca lagunare con le tresse con bertovelli e, nel tratto marino litorale, della pesca delle seppie con nasse e tramagli. Durante il monitoraggio delle attività di piccola pesca sono stati anche stimati i danni arrecati dal granchio blu ai differenti attrezzi da pesca.
Il campionamento con le nasse è stato condotto in 4 siti di indagine: nel tratto terminale del fiume Brenta; in due siti collocati in laguna di Chioggia; ed infine, nell’area marina litorale direttamente prossima alla bocca di porto di Chioggia. I diversi tipi di nassa utilizzati e testati (3 a singola camera e 1 a camera doppia) hanno mostrato una differente efficienza di cattura: la nassa a doppia camera ha catturato in media il doppio dei granchi blu catturati con le nasse a camera singola. Da marzo ad agosto, i maschi sono risultati più abbondanti nelle acque interne, mentre le femmine sono risultate nettamente dominanti nei campionamenti effettuati in mare. Femmine ovigere sono state catturate da aprile a settembre, prima nelle stazioni lagunari e poi, a partire dal mese di giugno, soprattutto in mare. La fertilità media è risultata di 2-2,5 milioni di uova per femmina.
Il monitoraggio eseguito con le tresse con bertovelli ha evidenziato, a partire dall’autunno 2023, un’effettiva diminuzione delle catture delle specie bersaglio tradizionali, ed in particolare del granchio verde, a favore delle catture di granchio blu. Il granchio blu è inoltre risultato responsabile del danneggiamento delle reti da pesca, aumentando i costi ed i tempi per la riparazione e la manutenzione degli attrezzi.
Da fine febbraio a metà aprile 2024 è stata monitorata l’attività di pesca delle seppie praticata lungo costa utilizzando i tramagli. Sono stati complessivamente controllati 10.625 metri di tramaglio (suddivisi in pezze di 25 m ciascuna), registrando tutte le catture e quantificando i danni arrecati dai granchi blu alle reti. In media, ogni granchio blu ha causato un buco nella rete di circa 0,1 mq; nel complesso, ogni giorno di pesca dal 3 al 19% delle pezze di tramaglio utilizzate sono risultate danneggiate, rendendo necessaria la loro sostituzione. L’aumento delle catture di granchio blu osservato a partire dalla metà di aprile ha aumentato i danni arrecati agli attrezzi, tanto da spingere i pescatori ad interrompere l’utilizzo di questo attrezzo da pesca. Tra la fine di maggio e l’inizio di luglio sono state invece monitorate le catture effettuate con le nasse da seppie e sono stati rilevati i danni arrecati a questa tipologia di attrezzo. Le catture di granchio blu sono risultate frequenti con le nasse e in molti attrezzi sono risultati presenti solamente esemplari appartenenti a tale specie. I danni rilevati si sono concentrati in massima parte sugli inviti delle nasse, e sono stati tali da rendere l’attrezzo inservibile per la cattura delle seppie. Ad ogni monitoraggio è infatti risultato danneggiato mediamente il 38% delle nasse. Le nasse danneggiate dovevano essere ogni giorno riparate oppure sostituite, con un danno del tutto significativo sulle rese di questa attività di pesca.
Alla ricerca hanno partecipato ricercatori dell’Università di Venezia (Marco Boschiero, Chiara Facca e Simone Redolfi Bristol); le attività di campionamento e pesca scientifica sono state effettuate da Laguna Project snc (Federico Riccato, Giacomo Cipolato) in collaborazione con operatori del settore della pesca (Andrea Salvagno, Mattia Salvagno, Ondino Crosara, Castellano Maggio) appartenenti alle Cooperative Pescatori Clodiense e Mare Azzurro Socialpesca.
Written by: Redazione
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