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L’iniziativa del Governo, attraverso i ministeri del Turismo, dell’Economia e delle Finanze e in accordo con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani per una significativa modifica dell’imposta di soggiorno che riguarda il settore turistico, risponde, seppure parzialmente, alla richiesta del G20Spiagge di un cambiamento dello status legislativo che riguarda il primo comparto turistico del Paese.
Dei primi 50 comuni italiani, che producono 186 milioni di presenze turistiche (di cui 70 nelle sole località marine), 18 fanno parte del network G20Spiagge. Sono rappresentate tutte le maggiori città balneari italiane: producono il 12% delle presenze turistiche con oltre 50 milioni di pernottamenti e il relativo ed importante PIL.
Il network intende cogliere appieno questo primo passo del Governo verso una più moderna e attuale gestione del settore. Da alcuni anni i comuni del G20Spiagge, coordinati da Roberta Nesto, Sindaca di Cavallino Treporti (5a città turistica italiana), hanno acceso una interlocuzione con tutte le forze politiche per proporre un nuovo status: quello delle Comunità Marine.
“Accogliamo con favore questa notizia – afferma con convinzione Roberta Nesto – che finalmente, anche grazie al nostro costante e trasversale impegno, riconosce l’importanza vitale che il gettito dell’imposta di soggiorno riveste per il finanziamento delle attività a sostegno del turismo e dei servizi urbani. Ora possiamo procedere verso una sua necessaria revisione. È fondamentale che questo introito continui a essere garantito per sostenere gli investimenti nei settori chiave della nostra economia locale”. I comuni del network G20Spiagge dichiarano la loro adesione all’ampliamento degli usi dell’imposta che consentono di intervenire su settori chiave della vita dei cittadini residenti e degli ospiti: la sicurezza, la pulizia, i servizi.
“Bene l’ampliamento degli utilizzi dei proventi della tassa di soggiorno – sottolinea Mauro Armelao Sindaco di Chioggia – questo permetterebbe interventi in settori strategici, come la sicurezza, soprattutto per i comuni a forte vocazione turistica. Il mio e nostro timore è quello legato in primis alla certezza della riscossione. Se non sono più le strutture ricettive a raccogliere l’imposta dai clienti chi e come potrà farlo? Conosciamo tutti le evidenti difficoltà di riscossione che hanno gli enti pubblici e, per contro, le “acrobazie” di noi sindaci per far quadrare i conti. Temiamo che togliere il canale delle strutture ricettive per la raccolta dell’imposta di soggiorno possa implicare da un lato l’aumento del rischio di evasione e dall’altro l’incertezza dell’ammontare degli introiti con pensanti conseguenze sulle nostre casse. Restiamo a disposizione per continuare a dialogare in maniera costruttiva con il Governo, anche alla luce del percorso verso lo status di Comunità Marine che da tempo il nostro network ha intrapreso”.
I Sindaci, proprio perché molto concreti e calati nelle loro realtà, mettono in guardia il Governo su alcuni aspetti problematici: la modalità di riscossione, che dalle strutture ricettive passerebbe al turista stesso, in particolare quando il turista è uno straniero; norme chiare ed efficienti, che potrebbero ridurre al minimo sia l’evasione che il costo dell’adempimento burocratico; infine, l’inserimento della discussione in atto nella riforma più complessiva sullo status delle Comunità Marine.
Tutti i Comuni del G2Spiagge confermano la loro disponibilità nel collaborare attivamente con il Governo, con le Istituzioni interessate e con le Associazioni di settore per trovare soluzioni condivise e sostenibili, con l’obiettivo comune di promuovere il turismo migliorando i servizi per i cittadini e i visitatori.
Written by: Redazione
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