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“Diamo una risposta concreta al problema della carenza di personale attraverso un piano strategico con misure che intendono rendere il Veneto più attrattivo sul fronte della sanità. Ci aspettano anni difficili rispetto a questo: in Italia mancano 50.000 medici, 3.500 solo in Veneto, dove dal 2019 abbiamo assunto 3.900 professionisti, mettendo in campo il massimo sforzo. Adesso approviamo un piano strategico che prevede varie azioni concrete a partire all’aumento di 150 milioni di euro in tre anni dei fondi per il personale”.
Lo ha detto questa mattina il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia introducendo le delibere di giunta che approvano la costituzione di un Piano Regionale di contrasto alla carenza di personale del servizio sociosanitario regionale del Veneto e la seconda che prevede un progetto di legge per incentivare le professioni in aree disagiate e incrementare i fondi perequativi portando a 150 milioni di euro nel triennio 2024-26 a sostegno del personale.
L’OMS stima che entro il 2030 negli Stati membri dell’Unione Europea mancherà un numero elevato di professionisti legato in particolare alla carenza di personale sanitario, riguardante prevalentemente il profilo di infermiere e di altre figure di medici specialisti oltre alla carenza di altri operatori dell’area assistenziale.
“Dalle analisi emergono due macro-fattori che concorreranno alla carenza di personale sanitario e alla diminuzione del numero di lavoratori – spiega l’Assessore regionale alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin – la previsione di un numero molto elevato di uscite dal Servizio sanitario per quiescenza e dimissioni precoci dal lavoro e l’aumento di richiesta di prestazioni sanitarie legato al progressivo invecchiamento della popolazione, all’aumento delle patologie croniche e, più in generale, all’ aumento delle aspettative dei pazienti nei confronti del SSN”.
Con riferimento alla situazione del personale del Servizio sanitario regionale i dati disponibili confermano i trend rilevati a livello internazionale e nazionale. In particolare, si conferma l’invecchiamento del personale del Servizio sanitario regionale pubblico del Veneto che, da una rilevazione effettuata alla fine dell’anno 2023 per i profili di infermiere, medico e operatore socio-sanitario con più di 50 anni d’età, si è stimato rappresentare il 47% del totale.
“L’età media del personale infermieristico in cessazione dal SSR per quiescenza è stata di 61 anni nel 2023 – continua Lanzarin – e, considerata la distribuzione per età degli infermieri dipendenti, ne consegue la previsione che entro i prossimi 10 anni quasi il 50% del personale potrebbe cessare la propria attività presso le Aziende sanitarie pubbliche venete. Per il personale medico si può prevedere come tale effetto risulti anticipato rispetto al personale infermieristico, con una stima prevedibile nel corso del prossimo anno”
La criticità relativa alla carenza di personale è influenzata anche dal numero elevato di dimissioni inattese, vale a dire le uscite dei professionisti dal sistema sanitario pubblico prima di aver maturato l’età contributiva o anagrafica per la quiescenza. Risulta che nel corso dell’anno 2023, sul totale delle dimissioni del personale infermieristico, il 54% era costituito da dimissione inattesa, mentre per il personale medico il dato risulta ancora più elevato rappresentando il 67% delle cessazioni.
Infine, si assiste ad una generale diminuzione dell’attrattività dei corsi di laurea delle professioni sanitarie, e in particolare del corso di laurea in infermieristica, con una contrazione del numero delle domande che lo scorso anno accademico si è determinata in maniera più accentuata presso gli atenei presenti nel territorio regionale.
“Viste queste criticità – precisa ancora Manuela Lanzarin – ci stiamo attivando con azioni tese a prevenirle e superarle, con l’obiettivo di attenuare gli effetti di questa crisi del personale sanitario e assistenziale, perseguendo politiche per rafforzare il Sistema sanitario regionale, rendendolo più resiliente alle crisi future. A tale scopo è stato predisposto un Piano Regionale di contrasto alla carenza di personale del Servizio sanitario regionale del Veneto, di durata quinquennale, che descrive azioni trasversali e azioni su profili specifici che intende perseguire per affrontare la sfida legata al personale sanitario e assistenziale”.
Si prevede innanzitutto l’istituzione di una “Cabina di regia sulla carenza di personale nel SSR”, coordinata dall’Assessore alla Sanità, ai Servizi Sociali e alla Programmazione socio-sanitaria e composta dal Direttore dell’Area Sanità e Sociale, dal Direttore dell’Area Politiche economiche, Capitale umano e Programmazione comunitaria, dal Direttore della Direzione Risorse Umane del SSR e dal Direttore della Direzione Servizi Sociali.
Tra le iniziative più importanti volte ad investire sulla forza lavoro esistente, il Piano prevede l’attuazione di strategie di promozione di stili di leadership supportivi, al fine di costruire un ambiente organizzativo incentrato sul benessere del personale e su minori livelli di assenteismo e turn over, e ottenere nel medio e lungo periodo ricadute positive nella cura del paziente. In particolare, è previsto l’avvio di un progetto con alcuni atenei italiani per la definizione di un modello italiano da applicare nelle Aziende sanitarie della Regione del Veneto.
Infine, tra le azioni immediate e prioritarie per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari, unitamente a politiche di sviluppo quantitativo del personale sanitario, il documento implementa strategie di attraction e retention nelle aree e nei settori disagiati, tra le quali le previsioni di incremento dei fondi contrattuali delle Aziende ed Enti del SSR. Per tale finalità è stato predisposto un disegno di legge regionale destinato alla valorizzazione sia del personale della dirigenza dell’Area Sanità che dei profili dei ruoli sanitario e socio-sanitario del comparto, secondo criteri e modalità definiti dalla Giunta regionale, anche tenendo conto delle attività svolte appunto nei servizi e nelle zone disagiate e dei dati relativi alle effettive carenze di organico registrate negli ultimi tre anni.
Il Piano sarà oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali e professionali interessate, anche al fine di acquisire suggerimenti e indicazioni applicative.
Written by: Redazione