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Dal Trentino Alto Adige, dove gli agricoltori accendono fuochi nei frutteti per salvarli dalle gelate, alla Sicilia, piegata dalla siccità che non dà tregua agli agricoltori, la situazione delle campagne fotografa un’Italia letteralmente divisa in due dagli effetti dei cambiamenti climatici, secondo l’ultimo monitoraggio effettuato dalla Coldiretti. Il ritorno improvviso del freddo al Nord, dopo un inizio 2024 che per le regioni settentrionali è stato il più caldo di sempre con +2.20 gradi rispetto alla media storica (elaborazione Coldiretti su dati Isac Cnr), espone le coltivazioni al rischio gelate e si segnalano già i primi danni sull’Appennino emiliano, mentre per alcune regioni è scattata l’allerta gialla. Situazione opposta al Sud dove la siccità sta “bruciando” cereali e foraggi per gli animali, con gli allevatori in difficoltà a sfamare i propri animali.
Gelo e pioggia al Nord. Al Nord la situazione più critica è quella nelle campagne trentine, dove, informa la Coldiretti, sono attivati sia i sistemi antibrina, sia i fuochi nei frutteti viste le temperature che sono già andate sotto lo zero creando molti danni agli agricoltori. Si sono attrezzati anche in Piemonte, con le aziende frutticole che hanno montato reti e sono pronte eventualmente ad accendere i candelotti, mentre piove in Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Veneto dove l’andamento stagionale del meteo sta creando non pochi problemi allo sviluppo dei frutti.
Prevista pioggia nel ferrarese per tutta la settimana, con temperature basse che, spiega Coldiretti, rallenteranno lo sviluppo delle orticole, come gli asparagi e la maturazione delle fragole. Problemi che avrà anche chi ha seminato mais o dovrebbe farlo, che causa terreni bagnati dovranno rallentare e posticipare le lavorazioni. Ma sull’Appennino emiliano è arrivata anche la neve, con coltivazioni “allettate” dal peso del manto bianco, mentre le api che si avventurano fuori dagli alveari vengono uccise dal freddo.
Il Sud combatte con la siccità . Situazione molto complicata in Sicilia, dove Coldiretti ha chiesto al Governo di dichiarare lo stato d’emergenza per affrontare la crisi idrica senza precedenti che sta attanagliando la regione da settimane. Ad essere in difficoltà sono tutti i comparti, ma a soffrire di più sono zootecnia e cereali.
Grave siccità anche in Sardegna, dove Coldiretti ha lanciato un invito ai sindaci del versante sud orientale per richiedere alla Regione lo stato di calamità naturale. La grave emergenza sta mettendo in ginocchio anche qui agricoltori e allevatori con una crisi senza precedenti legata alla carenza di pioggia.
Rimanendo al Sud, altra condizione complicata è quella della Puglia, dove la crisi idrica ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l’aggravio dei costi per l’acquisto di mangimi necessario a garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle, già in rialzo anche a causa dell’attuale crisi per i conflitti in Ucraina e in Israele.
Ma si avvicina anche il pericolo gelo che mette a rischio le colture per il brusco abbassamento della colonnina di mercurio, con danni evidenti a macchia di leopardo sui vigneti in Capitanata, in agro di Gioia del Colle nel barese e a Castellaneta in provincia di Taranto.
Sos gelate al Centro . Al centro, problema gelo anche in Toscana, con tanta neve in alta quota e alcune grandinate tra Siena e Arezzo durante il weekend che hanno creato problemi nei campi. Meglio in Umbria e Abruzzo, dove la situazione è monitorata costantemente, ma al momento non ci sono particolari allarmi e nelle Marche, che dopo le grandinate di questi giorni non hanno registrato danni se non minimi nelle vigne sulle foglie giovani che comunque dovrebbero recuperare.
Written by: Redazione
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