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today24 Luglio 2023 67 4
La 26a edizione del Premio Amnesty nella sezione Emergenti ha visto la vittoria di Cenere da Bologna con “Chi lo decide chi siamo?”, un brano sugli stereotipi di genere imposti dalla società e dai media, mentre a La Malaleche feat. Diva Eva da Milano con “Cuentalo” è andato il premio della critica. Il premio della giuria popolare se l’è aggiudicato Obi da Torino con “Attimo” in una finale che ha visto in gara anche Buva da Cerignola con “Sud” e Cocciglia dall’Aquila con “La mia giostra”. A Cenere va anche il premio del Mei e a Obi quello di Indieffusione.
La finale del contest che premia le canzoni sui diritti umani si è svolta domenica sera in piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo nella giornata conclusiva del festival “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty” e della “Settimana dei diritti umani”, che ha invaso la città dal 17 al 23 luglio con un fitto programma tra musica, dibattiti, letteratura, sport, laboratori, mostre, spettacoli. Il filo rosso della manifestazione era: “D(i)ritti al futuro”.
Protagonista della giornata finale è stato anche Manuel Agnelli, che ha ricevuto il Premio Amnesty International Italia 2023 nella sezione Big per il suo brano “Severodonetsk”. L’artista milanese ha tenuto nel pomeriggio un incontro alla Sala della Gran Guardia con Francesca Corbo di Amnesty International Italia, Michele Lionello, direttore artistico del festival, ed Edoardo Gaffeo, sindaco del Comune di Rovigo. In questa occasione Manuel Agnelli ha dichiarato: “La musica possiede l’eccezionale capacità di dare voce a chi non ne ha. La vittoria del Premio Amnesty rappresenta un riconoscimento di grande valore per me, poiché premia la qualità dei contenuti e mi ha fatto sentire nel mio piccolo utile. In particolare, il brano vincitore è nato da una reazione alla narrazione della guerra sui media, che troppo spesso trascurano la sofferenza umana che ne deriva. Ho cercato di raccontare delle sensazioni, che spesso sono quelle che passano in secondo piano. La vittoria del Premio dimostra che la musica può essere una leva efficace per sensibilizzare e generare un cambiamento, e costituisce un importante riconoscimento per chi utilizza la propria arte per lottare a favore della libertà e dei diritti umani”.
Francesca Corbo ha aggiunto: “Il Premio a Manuel Agnelli mostra, ancora una volta, come la musica sia uno strumento potente per diffondere i diritti umani. L’esistenza di questo riconoscimento, ormai al suo 21esimo anno di età, è la prova di come i diritti umani siano qualcosa che artiste e artisti hanno a cuore e che la retorica dei musicisti che devono solo cantare o degli attori che devono solo recitare è qualcosa di ormai vecchio e superato. La musica, come tutta l’arte in generale, è sempre più una preziosa alleata per chi non vuole restare in silenzio davanti alle ingiustizie e per dare proprio voce a chi non ne ha”.
La serata è poi proseguita sul palco in Piazza Vittorio Emanuele II, con la finale del contest e la premiazione di Agnelli, che si è anche esibito e dove è stato proiettato in anteprima il videoclip di “Severodonetsk”, realizzato con la regia di Gipi.
La conduzione delle serate era affidata a Savino Zaba e Carmen Formenton.
Written by: Redazione
Amnesty International Premio Amnesty International voci per la libertà