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today9 Luglio 2023 102 2
Tappa speciale sabato scorso a Chioggia (VE) per l’equipaggio di Operazione Fiumi, la campagna di citizen science e ambientalismo scientifico di Legambiente Veneto, realizzata grazie al supporto tecnico di ARPAV e per l’edizione 2023 in collaborazione con COOP Alleanza 3.0 e ANBI Veneto (l’Associazione regionale dei Consorzi di bonifica) e con il partner tecnico Strada Srl.
Incontro pubblico oggi all’IperCoop di Chioggia dal titolo “Tutti i fiumi al mare vanno, incontrandosi che diranno?”, frase presa in prestito dallo scrittore Gianni Rodari, per ragionare sulle strette connessioni tra fiumi e mare e sull’importanza di promuovere interventi di tutela della salute di entrambi gli ecosistemi. Obiettivo dell’incontro organizzato da Legambiente è anche quello di promuovere la conoscenza delle buone pratiche che possono contribuire alla riduzione della pressione antropica su fiumi e coste della nostra regione.
Nell‘occasione Legambiente ha presentato una sintesi dello stato di salute dei quattro fiumi che sfociano in questa porzione di costa, Adige, Bacchiglione, Brenta e Fratta Gorzone, “fotografati” dalla Campagna Operazione Fiumi nel maggio scorso.
La fotografia scattata dalla Campagna sui 4 fiumi conferma anche per il 2023 più di una criticità riferite proprio alla presenza di batteri fecali, sia sul fiume Adige che sul Bacchiglione, con valori da non sottovalutare. Per il terzo anno consecutivo i due corsi d’acqua presentano infatti punti che superano i 1.000 MPN/100ml, ovvero l’indicatore di buona qualità indicato da Arpav. Secondo i dati raccolti da Legambiente dei 7 punti monitorati sull’Adige, 5 risultano oltre il limite e uno è di poco sotto, mentre per il Bacchiglione dei 6 punti monitorati, 4 risultano oltre i limiti, di cui 2 anche oltre il limite allo scarico di 5.000 (MPN/100ml). L’entità dei valori di batteri fecali in alcuni dei punti monitorati e la loro reiterazione negli anni, è tale da spingere Legambiente a lanciare un appello a coordinarsi per intervenire sul fronte della depurazione, rivolto ai Comuni afferenti ai bacini idrografici di questi corsi d’acqua. Discorso più complesso per il Fratta Gorzone, che pur senza particolari allarmi quest’anno sul fronte della qualità microbiologica del fiume, resta gravemente contaminato sotto il profilo chimico e continua a destare enorme preoccupazione. Il corso d’acqua è ancora pesantemente contaminato da Pfas, metalli pesanti, cromo totale, cloruri e solfati, sostanze che che rappresentano una minaccia sia per l’ecosistema acquatico che per la salute umana e che devono essere fortemente ridotte se non eliminate.
Per il Brenta i dati raccolti con Operazione Fiumi non hanno rilevato particolari criticità riferite alla presenza di Escherichia Coli: nessun punto è risultato inquinato. Una buona salute del fiume che per Legambiente deve stimolare in positivo l’attivazione di nuove aree protette nella nostra regione per garantire la tutela e valorizzare gli ecosistemi naturali. In tal senso i margini di miglioramento sono ampi: nella nostra regione le aree protette vanno poco oltre il 5% della superficie totale (contro il dato nazionale all’11%) e sono insufficienti anche le aree marine protette. Il Veneto nel complesso è lontanissimo dagli obiettivi europei che fissano al 30% la superficie di territorio e mare da tutelare entro il 2030.face
Written by: Redazione