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“Quotidianamente, centinaia di dipendenti di Poste Italiane percorrono molti chilometri per raggiungere il luogo di lavoro, in alcuni casi addirittura 200 al giorno. Sono persone che da molti anni attendono un trasferimento, tramite mobilità interna, presso la sede più vicina alla loro residenza, ma ciò avviene molto di rado”. A sottolinearlo, attraverso un’interrogazione alla Giunta Zaia, è il Consigliere regionale del Partito Democratico Jonatan Montanariello che aggiunge: “Faccio riferimento al recente sit-in tenutosi a Mestre e rilancio la denuncia di un portavoce di SLC-CGIL: anche per i progetti più innovativi che comportano una notevole riorganizzazione delle principali sedi su tutto il territorio regionale, Poste Italiane continua con la propria politica decennale di utilizzo di un cospicuo numero di lavoratori assunti con contratti a tempo determinato e con l’altrettanto ormai storica prassi del pendolarismo”.
E proprio sul fenomeno, Montanariello evidenzia il fatto che “Il pendolarismo ha costi economici ingenti: una pianificazione logistica più sensata, oltre a produrre un risparmio economico, consentirebbe all’azienda di contare su personale più motivato. Il pendolarismo ha inoltre delle ricadute pesanti sull’ambiente, in una regione come il Veneto che è al primo posto in Europa per l’inquinamento atmosferico da PM10 e da PM2,5. Di questo, Poste Italiane, una delle più importanti aziende a livello nazionale, dovrebbe tenere conto, anche a tutela della propria immagine, oltreché della salute dei veneti”.
“I dipendenti di Poste Italiane – conclude l’esponente dem – non sono dei pacchi da spedire, ma persone con famiglie da mantenere e che dovrebbero avere anche il tempo di poter vivere una dignitosa vita privata. La Giunta regionale intende intervenire affinché Poste Italiane metta finalmente in atto politiche organizzative di mobilità interna e politiche contrattuali più stabili?”.
Written by: Redazione