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“Le previsioni sulla crescita della domanda di beni di lusso, il cui mercato dovrebbe crescere in valore da ora al 2030 del 60%, raggiungendo un valore pari a 540/580 miliardi di euro (fonte Bain), lascia presupporre che la domanda dei vini super premium crescerà ancora nei prossimi anni. Questo segmento è in lenta ma costante crescita, nonostante le turbolenze economiche che si sono verificate anche negli ultimi anni (pandemia, guerra in Ucraina).Negli Stati Uniti nel 2022 le vendite dei vini tra 25 e 50 $ / bottiglia sono cresciute del 6,4% e quelle dei vini oltre 100 $ / bottiglia sono aumentate del 10%”. Con questa premessa il Professor Eugenio Pomarici dell’Università di Padova, durante il convegno di Coldiretti sul Vino Veneto organizzato all’M9 di Mestre, ha posto l’accento sul mercato dei vini di maggiore pregio.
Per super premium e superiori si intendono quelli che hanno un prezzo alla cantina maggiore di 8 euro, con una dimensione globale di circa 30 milioni di ettolitri, che corrispondono a circa l’11% della produzione. Prospettive importanti sia per l’Italia che per il Veneto dove il vino prodotto nell’ultima vendemmia è stato stimato in circa 12,6 milioni di ettolitri, in crescita del +7,3% rispetto al 2021.
“Si tratta di numeri di tutto rispetto – ha spiegato in apertura dei lavori il direttore di Coldiretti Veneto Marina Montedoro – frutto del lavoro di oltre 27mila aziende viticole che coltivano un superficie a vigneto pari a 95mila ettari totali di cui oltre 80% investita a doc/docg, il 13,7% a Igt e il restante 2,8% a vitigni varietali”.
Il quadro generale del Made in Italy nel mondo è stato illustrato dall’On. Luca De Carlo Presidente della Commissione Agricoltura del Senato che ha evidenziato le recenti battaglie intraprese in aula per difendere l’agroalimentare italiano da un sistema di etichettature fuorviante, discriminatorio e incompleto che favorisce le fake news, che secondo il Senatore, sono proprio loro le prime a nuocere alla salute. Un impegno che vede proprio Coldiretti in prima linea in diverse iniziative di contrasto nei confronti di Nutriscore, ad esempio, e contro l’introduzione del cibo sintetico per la quale è stata avviata una petizione che ha raccolto migliaia di firme.
Nell’esporre la realtà regionale vitivinicola, Giorgio Polegato Presidente della Consulta Vino di Coldiretti Veneto ha sottolineato le opportunità per i produttori che hanno sviluppato le competenze e le esperienze necessarie per consolidare i successi conseguiti e guardare a nuovi mercati. “Con adeguate politiche di diffusione delle conoscenze e abilità sarebbe possibile collegare a questo segmento anche molte delle imprese che ora sono lontane – ha continuato Pomarici – ciò porterebbe benefici non solo alle singole imprese, ma anche ai territori dove queste imprese operano, perché la produzione di questi vini distribuisce più ricchezza, anche grazie all’attivazione di servizi ad alto valore aggiunto, rafforzando il sistema socioeconomico locale e contribuisce alla conservazione del paesaggio. La crescita diffusa della produzione nazionale di vini super premium genererebbe benefici anche per il settore del vino in generale, perché un significativo aumento dell’offerta di vini super premium italiani accrescerebbe il prestigio del settore con benefici per tutti gli attori”. Assume quindi un valore strategico supportare le iniziative per la di diffusione delle conoscenze e delle competenze menzionate, con un ritorno in termini di benefici economici certamente superiori agli investimenti necessari.
Le testimonianze di Carlotta Gori Direttore del Consorzio Chianti Classico che ha raccontato il caso studio di uno dei prodotti simbolo del Made in Italy. L’enologo Andrea Dal Cin del Gruppo Masi entrato nello specifico della ricerca con le tecniche di miglioramento della produzione, il racconto di Oscar Lorandi Presidente della cantina Girlan di Cornaiano (Bz) che ha portato il suo contributo sul binomio possibile tra alta gamma e cooperazione hanno arricchito dal punto di vista teorico pratico i contenuti del seminario.
“Credere nella qualità, creare la cultura della produzione, esaltare l’identità del territorio” sono gli input dettati dal Dottor Alberto Zannol della Direzione Agroalimentare affinchè il Veneto continui ad essere la regione delle eccellenze e dei primati. Il comparto vitivinicolo veneto rappresenta una delle locomotive dell’economia regionale anche se non mancano le criticità fitosanitarie ai rischi derivanti dalla siccità. La Regione del Veneto sta monitorando e affrontando queste fragilità con iniziative a supporto – ha concluso – non solo economico, anche per la ricerca e gli studi scientifici a sostegno dell’attività dei produttori.
Written by: Redazione
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