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today14 Febbraio 2023 113 1
Il Consiglio Regionale del Veneto è tornato ad occuparsi del ponte di sbarramento del cuneo salino a Chioggia, con la mozione presentata da Jonatan Montanariello e dai consiglieri del Pd: progettata vent’anni fa, messa a bando e finanziata nel 2014, l’opera non è ancora realizzata perché la cifra convenuta non corrisponde più ai costi attuali (servirebbero 9,5 milioni in più rispetto ai 20 preventivati) e i fondi pubblici sono ancora bloccati. “Impegniamo la Giunta regionale ad attivarsi urgentemente, nell’ambito delle proprie competenze – dice il testo a firma dei consiglieri dem – per far sì che nel più breve tempo possibile si sblocchi la situazione, in modo da dare avvio ai lavori del ponte di sbarramento di Chioggia contro il cuneo salino in tempi rapidi; e a concorrere economicamente nella misura necessaria alla realizzazione dell’opera, indispensabile per l’ambiente, l’agricoltura e l’economia del territorio”. La mozione è stata respinta dalla maggioranza, dopo articolato confronto.
Nel corso del dibattito il consigliere Marco Dolfin (Lega-Lv) ha chiarito che il ritardo non dipende da inadempienze dall’amministrazione comunale di Chioggia, ma dal protrarsi da nove anni del contenzioso con un privato, proprietario di una darsena sull’asta del Brenta. “Se un privato fa causa è perché l’amministrazione di centrodestra nel 2008 ha cambiato in corsa il progetto, andando a compromettere gli investimenti di una impresa privata”, ha ribattuto Montanariello. “Il tema è tutt’altro che localistico, perché coinvolge i compendi agricoli del Padovano e del Veneziano per circa 5 mila ettari di superficie coltivabile e, quindi, la sostenibilità futura del primario”, ha aggiunto Erika Baldin (M5S), che ha sollecitato l’impegno della Regione e di tutte le istituzioni coinvolte per una soluzione del problema. Cristina Guarda (EV) ha richiamato l’attenzione sulla gestione a monte delle acque di falda e ha invitato ad adottare un’ottica di responsabilizzazione comune per la tutela della risorsa acqua. “Non basta intervenire sulla risaluta del cuneo salino – ha specificato la consigliera verde – la Regione dovrebbe preoccuparsi degli effetti sul sistema idrico dell’eccessiva pressione antropica e del sistema produttivo”. A contestare la presunta contraddizione in cui incorrerebbero i fautori delle energie rinnovabili, che – a suo dire – si schierano contro dighe e invasi, è stato Stefano Valdegamberi, consigliere del gruppo misto. “Il Veneto si è sviluppato grazie all’industria – ha ricordato – attenti a non criminalizzare il sistema produttivo che ci dà ricchezza e sviluppo”.
Written by: Redazione