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Era un provvedimento atteso al quale si è arrivati proprio a fine anno: il Comune di Chioggia chiede la gestione delle Tegnue, l’area di mare antistante la città già definita “Zona di tutela biologica” (ZTB).
“Mi sento di definirlo un regalo di Natale per Chioggia – ha detto Serena De Perini, Assessore all’Ambiente del Comune che ha fortemente voluto il passo importante verso l’assegnazione a Chioggia delle gestione dell’area – adesso manca la firma ufficiale della Regione che auspichiamo arrivi presto. La Giunta ha dato pieno mandato al Sindaco di sottoscrivere un protocollo d’intesa con cui il Comune di Chioggia si propone alla Regione come Ente Gestore del SIC (Sito di Interesse Comunitario), nonché zona di tutela biologica, già sito Natura 2000, denominato “Le Tegnue di Chioggia”. Dopo l’ok ufficiale della Regione, il Comune di Chioggia sarà l’ente gestore, un passo davvero molto importante per il quale ringrazio il Sindaco Mauro Armelao che mi dato la Delega all’Ambiente ben sapendo quanto mi stesse a cuore la questione. Un ringraziamento anche al Consigliere Regionale Marco Dolfin che mi ha personalmente accompagnato presso gli Uffici regionali competenti, all’Ufficio comunale Ambiente Ecologia nella persona di Nazareno Gradara e del Dirigente Lucio Napetti e a Piero Mescalchin, presidente dell’Associazione Le Tegnue di Chioggia per tutto il lavoro svolto con le proprie forze in questi anni, e soprattutto per il costante e disponibile confronto con l’Amministrazione, nella mia persona. Fondamentale sarà la loro presenza al tavolo tecnico. Dopo anni in cui abbiamo sentito parlare di Tegnue abbandonate, svendute o regalate ad altri, finalmente il Comune, con una forte presa di posizione, si assume la responsabilità della gestione di un qualcosa di meraviglioso, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche turistico. Per tutti gli estimatori di questo tesoro sommerso e per tutta la città è decisamente un grande punto di partenza”.
“Anche questo risultato – ha sottolineato Mauro Armelao, Sindaco di Chioggia – è la dimostrazione di come la nostra Amministrazione stia governando con serietà e lungimiranza e finalmente dopo anni di assoluta incertezza si metterà la parola fine alla questione Tegnue. La zona diventerà così di interesse oltre che naturalistico anche turistico, con la proposta ai visitatori di un’esperienza unica. Quando saremo operativi scriverò alle forze di polizia che hanno i sommozzatori per creare una convezione con loro affinché possano immergersi alle Tegnue durante le loro esercitazioni così da mantenere vigilalata la zona”.
La Giunta, proprio nei giorni scorsi, ha approvato la delibera che contiene il protocollo d’intesa per la gestione dell’area da parte del Comune di Chioggia coadiuvato dai partner tecnico-scintifici: Ente Parco naturale Regionale Delta del Po, ISPRA Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Biologia. Il Protocollo ha valità di 6 anni.
Una vicenda articolata quella che vede l’area protagonista. La Giunta Regionale del Veneto in data 12 Luglio 2007 ha approvato la L.R. n 15, pubblicata nel BUR n. 63/2007 finalizzata alla tutela, alla promozione e allo sviluppo della zona costiera del Veneto, nonché alla creazione di zone di tutela biologica marina, diversificazione, valorizzazione e riconversione delle imprese di pesca verso la molluschicoltura, la maricoltura e per lo sviluppo del turismo marittimo. Il Comune di Chioggia era già stato delegato dalla Regione Veneto con DGRV del 04.12.2007 alla gestione temporanea, a titolo sperimentale, fino al 30.04.2016. Seguono alcuni anni di vuoto per arrivare alla attuale proposta da parte del Comune di Chioggia quale gestore delle “Tegnue”, coadiuvato dagli Enti succitati. Ora il passo ufficiale verso l’assegnazione definitiva della gestione, dato anche il parere favorevole di regolarità tecnico amministrativa espresso sulla presente proposta di deliberazione dal dirigente del Settore Urbanistica – Servizio Ambiente. Ecco i principali obiettivi del protocollo: predispone gli indirizzi tecnici per la gestione della ZSC-Zona Speciale di Conservazione (ce ne sono 35 in Veneto) delle Tegnue di Chioggia in conformità e coerenza a quanto stabilito dai regolamenti e norme di riferimento; favorire il necessario coordinamento di tutte le iniziative di conservazione e uso sostenibile della biodiversità e dei servizi eco-sistemici; promuovere e coordinare azioni di comunicazione, informazione ed educazione; proporre metodologie per raccogliere i dati di monitoraggio, in collaborazione con Università e Istituti di Ricerca, necessari per la predisposizione dei Rapporti nazionali previsti dalla direttiva Habitat, che saranno trasmessi al Ministero della Transazione Ecologica per il successivo invio alla Commissione Europea; attivare e sostenere azioni di vigilanza dell’area attraverso convenzioni con la Capitaneria di Porto di Venezia ed eventuali altri organi di vigilanza che operano nel nostro territorio Comunale, al fine di scongiurare rischi sulla presenza di eventuali minacce ad habitat o specie presenti nella ZSC “Tegnue di Chioggia” al fine di evitare la perdita di biodiversità; istituire un tavolo tecnico per la gestione modalità e tempi di attuazione; coordinare e promuovere il piano di fruizione turistica sostenibile con la relativa parte della comunicazione. Importante il lavoro che si farà a partire dall’anno prossimo in sede di tavolo tecnico al quale appartengono rappresentanti della Direzione Turismo – Ufficio Parchi Biodiversità della Regione Veneto, del Comune di Chioggia, dell’Ente Parco Delta del Po, dell’Università di Padova Dipartimento Biologia, dell’ Ispra (Istituto Superiore per la prevenzione e rotezione Ambientale), dell’Arpav -Agenzia Regionale per la prevenzione e Protezione Ambientale, del CNR-ISMAR Istituto di Scienze Marine di Venezia, della Capitaneria di Porto di Chioggia, dell’Associazione Le Tegnue di Chioggia, delle Associazioni della Pesca e del Turismo.
Le Tegnue, patrimonio naturale inestimabile
In pochi sanno che proprio poche miglia al largo di Chioggia si trovano le Tegnue, conformazioni rocciose uniche per la struttura e per gli organismi che le abitano. La presenza di queste “scogliere sommerse” era nota già nel 1700, al tempo dell’abate Giuseppe Olivi (il naturalista chioggiotto che per primo le descrisse). Il termine “Tegnue” deriva proprio dal dialetto locale e significa ‘trattenute’ e veniva usato dai pescatori per indicare la presenza di queste rocce su cui si impigliavano le reti. Tali strutture sono distribuite principalmente di fronte alle coste del Nord Adriatico, ma è proprio davanti al litorale della città di Chioggia che si trova il complesso di Tegnue più ampio e importante, in cui sono presenti i raggruppamenti più grandi fino ad ora rinvenuti.
La loro origine al momento rimane in parte incerta e oggetto di studio, ma certamente un grosso apporto alla loro formazione è dovuto ad alghe calcaree e invertebrati biocostruttori come i coralli. Per questa ragione le Tegnue di Chioggia vengono spesso chiamate ‘le barriere coralline adriatiche’. E come le barriere coralline presenti nei mari tropicali, anche le Tegnue sono un ambiente ricco di vita e biodiversità, caratterizzate da rocce estremamente irregolari, ricche di anfratti, di gallerie e di cavità, usate da moltissimi organismi come riparo.
I subacquei che s’immergono per visitare le Tegnue restano sorpresi per l’enorme biodiversità presente, caratterizzata da organismi animali e vegetali sessili (non in grado di spostarsi) e incrostanti, appariscenti per forme e colori, quali, ad esempio, spugne, anemoni, ascidie coloniali, e di numerose specie di pesci. Per tutte queste caratteristiche e per ciò che rappresentano per il nostro mare Adriatico, le Tegnue possono essere considerate delle vere e proprie oasi di biodiversità in mezzo ad una distesa sabbiosa apparentemente povera di organismi.
Written by: Redazione
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