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Da giugno sono arrivati a quota 37 i casi confermati di virus del Nilo, contratto da esseri umani, all’interno del territorio dell’Ulss 3. Di queste 37 persone risultate positive, 7 sono prive di sintomi. Sono donatori di sangue e la loro condizione è stata rilevata grazie ai controlli che vengono quotidianamente fatti, proprio sul sangue prelevato, dal Centro trasfusionale dell’Azienda sanitaria veneziana.
Gli altri 30 soggetti hanno invece sviluppato i sintomi: 13 di loro in forma lieve, gestiti a domicilio, e 17 in forma grave, sviluppando delle patologie neuro invasive che hanno necessitato di cure ospedaliere. Tra loro, 4 hanno perso la vita.
“Grazie allo scemare delle temperature estive, la quantità di zanzare, definita tecnicamente ‘picco della densità vettoriale’, è già alle spalle” rassicura il direttore del Dipartimento di prevenzione Vittorio Selle.
Da giugno 2022 nel territorio dell’Azienda sanitaria si sono verificati 11 cluster. Per cluster NON si intende una trasmissione da uomo a uomo in un ambiente circoscritto, poiché, al momento, nell’essere umano il virus si può contrarre solo attraverso la puntura di una zanzara autoctona infetta di tipo Culex (quelle che compaiono all’imbrunire). Il cluster avviene invece quando viene riscontrato più di un contagio all’interno di un arco temporale di 15 giorni e all’interno di un raggio di due chilometri da dove è avvenuto il caso indice.
Gli 11 cluster si sono registrati nei comuni di Mira, Santa Maria di Sala, Fossò, Camponogara, Venezia e Pianiga . Il piano d’azione contro il proliferare del virus West Nile deciso dalla Regione del Veneto e diffuso a tutte le Ulss nella giornata di ieri, ha individuato i comuni di Venezia e Spinea tra quelli a potenziale maggior rischio (aree rosse).
Questi non sono i luoghi dove sono avvenuti nelle scorse settimane più casi di contagio, ma quelli che a causa della densità abitativa e della compresenza di altri complessi fattori determinanti (come ad esempio l’elevato numero di positività di zanzare infette nelle trappole e le positività di equidi e uccelli) sono considerati i comuni potenzialmente più a rischio per la diffusione futura del virus, e nei quali si concentreranno quindi le maggiori azioni di contrasto e prevenzione del fenomeno. Azioni che si aggiungono sempre al prosieguo di tutte le attività di disinfestazione già in essere.
A seguire, con allerta arancio, ci sono i comuni di Camponogara, Dolo e Mira. E poi quelli in allerta gialla di Cavarzere, Chioggia, Mirano, Cona, Campagna Lupia, Quarto D’altino, Campolongo Maggiore, Scorzè e Pianiga.
“L’attuale fronte d’intervento consiste nella disponibilità extra data dalla Regione per azioni di contenimento all’interno delle azioni routinarie in essere da parte dei Comuni – spiega Selle -. In tal senso venerdì prossimo avrà luogo la riunione decisoria del tavolo tecnico intersettoriale aziendale con i Comuni, per il varo del calendario degli interventi di rinforzo che devono comunque seguire temporalmente le precipitazioni in essere e previste nel breve termine. Stiamo tenendo sotto controllo l’andamento della malattia e sulla base dell’esperienza possiamo dire che il fenomeno nelle prossime settimane dovrebbe scemare. I nostri medici hanno fornito numerose indicazioni che sono state scrupolosamente seguite dalle Amministrazioni locali. Abbiamo collaborato con tutti i Sindaci dall’inizio dell’estate. Quello che chiediamo in più a tutta la cittadinanza è di utilizzare tutte le protezioni comuni e di buon senso per difendersi dalle punture delle zanzare: dalle soluzioni repellenti per il corpo, specialmente all’imbrunire, alle zanzariere in casa, alle pastiglie larvicide se nel proprio giardino, orto o porzione di terra sono presenti ristagni d’acqua dove gli insetti possono nidificare“.
Quando il medico di medicina generale (o l’ospedale) segnala un caso sospetto di contagio di West Nile nei confronti di un paziente, scattano tutti gli approfondimenti diagnostici da parte dell’Ulss. Parallelamente, una volta notificato il caso, i medici del Sisp valutano residenza e frequentazioni della persona per identificare il luogo preciso dove può essere stato contratto il virus. Nel caso di cluster, viene indicato ai Comuni di procedere con una disinfestazione straordinaria.
La sorveglianza e il tracciamento dell’Ulss 3 rimangono attivi fino a metà ottobre, “ma l’aumento delle piogge, l’abbassamento delle temperature e il ricambio delle acque stagnanti – ricorda Selle – abbattono la presenza delle zanzare, riducendo le punture e la comparsa dei casi”.
Written by: Redazione