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A bordo di Goletta Verde, ormeggiata a Venezia presso “Vento di Venezia”, sull’Isola della Certosa, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dei risultati delle analisi microbiologiche eseguite da Goletta Verde lungo le coste del Veneto.
Undici i punti campionati dai volontari e dalle volontarie della Goletta Verde lungo le coste venete nella giornata del 19 luglio, di cui tre i campioni prelevati a mare, sette presso foci e canali e un punto campionato nella laguna del Mort.
Quest’anno la Goletta Verde, insieme alla tutela della biodiversità, mette in evidenza la lotta alla crisi climatica, il rafforzamento del sistema delle aree protette e la promozione delle rinnovabili, a partire dall’eolico offshore. Partner principali della campagna il CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, ANEV, Novamont e Renexia, partner AIPE e media partner La Nuova Ecologia.
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde
I campionamenti di Goletta Verde non si vogliono sostituire ai dati ufficiali sulla balneabilità ma vanno ad integrare il lavoro svolto dalle autorità competenti. Se, infatti, i dati di Arpa sono gli unici che determinano la balneabilità di un tratto di costa a seguito di ripetute analisi nel periodo estivo, le analisi di Goletta Verde hanno invece un altro obiettivo che è quello di andare ad individuare le criticità dovute ad una cattiva depurazione dei reflui in specifici punti, come foci, canali e corsi d’acqua, il principale veicolo con cui l’inquinamento, generato da un’insufficiente depurazione, arriva in mare.
Degli undici punti campionati: otto campionamenti eseguiti in provincia di Venezia (tre punti nel comune di Caorle, due punti al comune di Cavallino Treporti, e uno rispettivamente nei comuni di Chioggia, Eraclea e Jesolo) e tre in provincia di Rovigo (due nel comune di Porto Tolle e uno a Rosolina).
Tutti entro i limiti di legge i campioni analizzati secondo il giudizio di Goletta Verde.
Nota dolente, in Veneto così come in diverse altre regioni italiane, l’informazione sulla qualità delle acque ai bagnanti in quanto in nessuno degli undici punti monitorati è stata riscontrata la presenza della cartellonistica che indica i valori della qualità delle acque, ormai obbligatorio per legge da diversi anni. Inoltre, solo in due delle sette foci monitorate era presente il cartello di divieto di balneazione.
“I dati sul monitoraggio delle acque delle coste venete, effettuata dagli attivisti e le attiviste di Goletta Verde, non è altro che la cartina tornasole del buon lavoro svolto in termini di depurazione lungo il litorale e nella bassa pianura – è il commento di Maurizio Billotto, vicepresidente Legambiente Veneto – Quindi investimenti efficaci, ma questi parametri tutti entro i limiti ci fanno pensare che la grande siccità di questo periodo ha evitato che emergessero le criticità relative alla scarsa depurazione in diversi comuni della Pedemontana e della media pianura veneta. Il mare veneto, però, ha anche altri problemi come evidenziato dal rapporto Mare Monstrum, come la pesca illegale. Il nostro territorio è risultato quinto per quantità di prodotti ittici sequestrati e al terzo posto per illeciti accertati per chilometri di costa. Non dobbiamo trascurare il tema della biodiversità; la tutela di specie e habitat ha anch’essa positive ripercussioni nel settore del turismo”. I dati emergono dalla 23esima edizione del rapporto Mare Monstrum, elaborato dall’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente su dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto.
“Tutti i campioni prelevati sono risultati entro i limiti di legge. È un segnale incoraggiante ma non dobbiamo abbassare la guardia perché pensiamo che ci sia ancora da lavorare nelle aree dell’entroterra in termini di depurazione delle acque e infrastrutture collegate – dichiara Stefano Raimondi, portavoce di Goletta Verde. Il turismo balneare è una risorsa importante per il Veneto, curare gli aspetti legati alla depurazione e all’individuazione di eventuali scarichi abusivi deve essere un impegno costante e diffuso in tutto il territorio. Lavorare bene per incentivare il turismo significa anche tutelare specie e habitat a rischio: l’evento della nidificazione di una tartaruga marina nell’estate scorsa sul litorale di Jesolo è un evento straordinario che si potrà ripetere solo se tutti rispetteremo le nostre spiagge usando pochi e semplici accorgimenti, a partire da una corretta gestione dei litorali ed una efficace azione di informazione ai bagnanti sulla corretta fruizione delle spiagge”.
Written by: Redazione