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«Sulla questione balneari potremmo dire che, se non altro, quello di ieri è un inizio. Perché, finalmente, dopo attese e tentennamenti, il Consiglio dei ministri ha messo in discussione questo tema. Nel provvedimento licenziato ieri troviamo sicuramente dei correttivi che non erano del tutto scontati e fanno di fatto tirare un sospiro di sollievo agli stessi titolari delle concessioni, visto che hanno corso il rischio di essere fin da subito trattati da abusivi. La proroga, ricordiamo, scadrà il 31 dicembre 2023. Fino a quel momento potranno lavorare. Dopo ci saranno sei mesi di tempo in cui si andrà avanti con decreti legislativi, in attesa che il Parlamento legiferi definitivamente. Ieri, dunque, è stata messa in sospeso la paura di tante famiglie di non vedere tutelato il proprio lavoro, di non poter rifarsi economicamente degli investimenti fatti, di vedere il frutto delle proprie fatiche finire in mano ad affaristi stranieri. Un primo passo, ricordiamo, ma non l’ultimo». Marco Dolfin, consigliere regionale dell’intergruppo Lega-Liga Veneta, interviene così sulla questione delle concessioni balneari.
«È prevalso il buon senso, ma soprattutto l’interesse di salvaguardare gli operatori e l’intero indotto economico. Applicare fin da subito le direttive europee avrebbe fatto correre il rischio di perdere credibilità, oltre che importanti risorse economiche. La direttiva Bolkenstein ormai è legge, e come tale va applicata anche in Italia. Sta ora al Governo proteggere chi già contribuisce, da anni, alla tutela del litorale e delle attività storiche, ma soprattutto avviare le gare con precisi parametri di sostenibilità e qualità del servizio offerti. Si tratta naturalmente di una strada lunga: la politica, al fianco delle associazioni di categoria, dovrà far sentire la propria voce per migliorare il testo definitivo. Si tratterà di chiarire quali garanzie saranno offerte a chi ha operato e investito nelle attività balneari fino ad ora. Il punto di partenza non potrà non essere la tutela dell’intera filiera economica. La Regione del Veneto – conclude il consigliere regionale – è in condizioni meno svantaggiate rispetto ad altri territori italiani, grazie a una lungimirante legge regionale, la 33 del 2015, che ha permesso di concedere le concessioni balneari, attraverso i Comuni. Gli operatori del Veneto non hanno paura delle nuove gare: da sempre investono in qualità e servizi. Sarà doveroso, però, concedere indennizzi e riconoscimenti a chi dovesse perdere le nuove concessioni. Il turismo resta la prima fonte di ricchezza del Veneto, e la Regione è e sarà sempre al fianco dei propri operatori».
Written by: Redazione