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Dopo l’uscita del documentario Netflix ‘Seaspiracy’ e le accuse di Milena Gabanelli (ex Report) sulla rubrica ‘Dataroom’ del Corriere della Sera è arrivata anche Striscia la notizia con l’inviato Max Laudadio a parlare di pesca e in particolar modo di sostenibilità, con ben sette servizi andati in onda solo nel mese di ottobre nel palinsesto dello storico telegiornale satirico delle reti Mediaset.
L’inchiesta di Laudadio riguarda la pesca nel Mediterraneo ed ha sollevato numerose polemiche tra i principali attori del settore ittico e dei pescatori: la finalità manifesta della celebre trasmissione di canale 5 era quella di indagare su quanto sia realmente sostenibile il pesce così etichettato presente nei supermercati e in molti fast-food.
La maratona anti-pesca di Striscia è iniziata l’8 ottobre scorso con un’inchiesta sulle tonnare, il 9 sulla pesca a circuizione, il 12 sulla pesca del pesce spada, il 14 sulla pesca illegale, il 15 sulla pesca della lampuga, il 26 con un’intervista ai nemici giurati della pesca in odore vegan dell’Ong ‘Sea Shepherd’, per concludersi provvisoriamente il 30 ottobre con un’interessante intervista al Dr. Silvestro Greco dell’Istituto Nazionale Biologia, Ecologia e Biotecnologie marine della Stazione zoologica Anton Dohrn.
A Chioggia – capitale adriatica del settore ittico – i malumori su come venga affrontato e diffuso mediaticamente il tema della pesca e della sua sostenibilità sono proporzionali alla quantità d’informazioni – spesso infondate – che vengono lanciate su canali seguitissimi, spesso solo per aumentare l’audience del pubblico.
Emanuele Mazzaro Direttore del Mercato Ittico all’ingrosso – definito la Wall Street dell’Adriatico – commenta laconicamente: “ Nemmeno su questioni strategiche e realmente d’interesse collettivo come il caro bollette e l’aumento del costo delle materie prime che sta affossando l’economia italiana c’è una così grande e quasi maniacale attenzione: la pesca viene descritta come un’economia criminale che inquina e danneggia i mari, quando i nostri pescatori sono le prime – e spesso uniche – sentinelle della salute degli ecosistemi marini. Si sta facendo un vero e proprio tiro al piccione contro un settore che – a detta della stessa trasmissione di Antonio Ricci – rappresenta l’8% del Pil nazionale, con centinaia di migliaia di addetti in tutta la filiera. Un’operazione del genere è molto pericolosa e rischia di distorcere la realtà, presentando intere categorie di lavoratori alla stregua di banditi e predoni senza scrupoli.”
Continua Mazzaro: “Campagne mediatiche di questo genere rischiano di dare un colpo mortale a tutte le imprese della filiera ittica che generano quotidianamente ricchezza e sviluppo. Solo in Veneto nel distretto di Rovigo e Chioggia sono tremila le aziende con quasi un miliardo di fatturato.” E conclude con una sfida a Laudadio: “ Invitiamo la troupe di Striscia a Chioggia per far conoscere al pubblico i veri pescatori con un confronto faccia a faccia che possa fare chiarezza sulle tante ambiguità sollevate da Laudadio.”
Written by: Redazione