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La Città di Venezia al centro oggi della ribalta internazionale con il lancio della candidatura a Capitale mondiale della Sostenibilità all’Esposizione Universale di Dubai, la manifestazione che ha preso il via venerdì primo ottobre negli Emirati Arabi Uniti e che coinvolge 192 Paesi di tutto il mondo.
L’evento, che si svolge con un anno di ritardo, punterà l’attenzione fino al 31 marzo 2022 sul tema Connecting Minds, Creating the Future (collegare le menti, creare il futuro). Durante questi sei mesi i Paesi partecipanti presenteranno al mondo il meglio delle loro idee, progetti, modelli innovativi rispetto a mobilità, sostenibilità e resilienza.
Nella prima settimana tematica dedicata al “Cambiamento climatico e Biodiversità” in corso al Padiglione Italia, la Città di Venezia è stata proposta come modello internazionale per il contrasto agli effetti dei cambiamenti climatici e la promozione di processi innovativi di transizione ambientale, innovazione culturale e sociale, con la consapevolezza che se si salva Venezia, tutte le altre città del mondo a rischio potranno essere tutelate.
Questa mattina, alla presenza del sindaco, nel primo focus della giornata dedicato alla città, a 1600 anni dalla sua fondazione, Venezia è stata proposta come un laboratorio internazionale di sperimentazione e innovazione sociale dove transizione energetica, gestione dei flussi turistici, difesa della residenzialità, rigenerazione educativa e resilienza culturale si intersecano per affrontare la vera sfida del mondo contemporaneo: il contrasto ai cambiamenti climatici, di cui il capoluogo lagunare rappresenta l’emblema. Venezia – è stato sottolineato – è una città unica, punto di incontro tra società civile, mondo accademico e scientifico, ma è sempre più spesso minacciata da fragilità cicliche e strutturali che mettono a rischio il patrimonio artistico, il sistema socio-economico e residenziale e l’ecosistema lagunare.
Nel corso del dibattito oltre al primo cittadino sono intervenuti, tra gli altri, Paolo Glisenti, commissario italiano Expo Dubai, Antonello Pasini, fisico del CNR, Marco Alverà, amministratore delegato di SNAM, Tiziana Lippiello, rettrice dell’Università Ca’ Foscari Venezia, Carlo Bagnoli, docente di Strategy Innovation a Ca’ Foscari e ideatore del progetto VeniSIA, acceleratore di innovazione sostenibile per rispondere alle grandi sfide ambientali del nostro tempo.
Nel corso del forum, durante il quale sono stati proiettati tre video sulla città per valorizzarne arte, cultura e tradizioni, è stato poi illustrato come i promotori della Fondazione “Venezia Capitale mondiale della sostenibilità” puntino a rendere la città un centro di rilievo mondiale per il dibattito scientifico accademico e culturale sui temi della sostenibilità e ESG (ovvero temi di Ambiente, Sociale e Governance). Tra le proposte anche l’organizzazione di una “Biennale della Sostenibilità” che riunisca ogni due anni istituzioni, accademici, esponenti del mondo dell’arte e delle scienze e imprese per discutere e proporre soluzioni sui temi relativi ai cambiamenti climatici e, più in generale, della sostenibilità.
E’ seguita quindi la presentazione di azioni concrete per lo sviluppo sostenibile di Venezia in vari ambiti di azione, tra i quali:
Nel solco della collaborazione e degli scambi culturali tra Occidente e Oriente, è stata inoltre annunciata la realizzazione, nel 2022 a Ca’ Foscari, di una Esposizione dedicata a Venezia e alla città cinese di Suzhou, entrambe città d’acqua e da diversi anni gemellate. L’esposizione sarà uno degli appuntamenti dell’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina 2022.
Nel pomeriggio un secondo focus ha posto l’attenzione sul tema “Effetto Mose: un laboratorio per la sostenibilità”.
Nel corso del dibattito sono intervenuti, il commissario straoridinario del Mose, Elisabetta Spitz, il ministro delle Insfrastrutture e della mobilità sostenibile, il sindaco di Venezia, la rettrice di Ca’ Foscari, Tiziana Lippiello, Giovanni Zanetti, direttore tecnico Consorzio Venezia nuova, Pier Vellinga, professore dell’Università di Amsterdam in “Sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici”, Francesca Ferrazza, responsabile del Centro di Ricerca per la Decarbonizzazione e l’Ambiente di Eni S.p.A.
Dopo aver sottolineato l’urgenza con cui si deve intervenire per affrontare la crisi climatica in atto, dalla decarbonizzazione al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’accordo di Parigi, gli interventi dei relatori hanno posto l’accento sull’opera ingegneristica del Mose, che – è stato sottolineato – può diventare non solo il simbolo della difesa dell’ecosistema della Laguna di Venezia, ma lo strumento di tutela di altri patrimoni dell’umanità. Un sistema complesso di infrastrutture, completamente progettate e realizzate in Italia che, grazie alla tecnica e alla scienza, – è stato rimarcato – riesce a proteggere la città di Venezia, unica al mondo, da onde imponenti. Un modello allo stesso tempo flessibile, che si fonda sul principio del rapporto aria – acqua, e che potrebbe essere esportato in altre aree geografiche a rischio inondazioni.
L’infrastruttura – che ha subito ritardi nella sua realizzazione – verrà completata tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023.
Written by: Redazione
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