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Un esercito di 12.044 volontari al lavoro per complessive 281.782 giornate uomo. È questa l’estrema sintesi del massiccio impegno della Protezione Civile regionale in 16 mesi, dall’inizio della pandemia. Un lavoro che se fosse monetizzato corrisponderebbe ad una donazione di 50 milioni di euro a beneficio della lotta contro il Coronavirus. Un impegno che comprende anche la riattivazione di 6 ospedali dismessi al fine di disporre di ulteriori strutture, a fronte di una necessità di nuovi ricoveri. Ma c’è stato anche un impegno più discreto e altrettanto importante: l’assistenza informativa ai cittadini dalla sala operativa regionale che – grazie al numero verde attivato – ha ricevuto una media di 300 telefonate al giorno con picchi molto più alti nel periodo di aprile e maggio del 2020.
Altri dati, parlano di decine di milioni di dispositivi di protezione individuale consegnati tramite i Volontari alle strutture e ai cittadini, decine di ventilatori polmonari portati a destinazione, movimentazione di 31 bilici di materiale vario frutto di donazioni per essere destinato al sistema sanitario o alle organizzazioni di volontariato. C’è, inoltre, la totale gestione da parte di volontari di un centro vaccinale, quello destinato all’immunizzazione dei volontari stessi, allestito e funzionante grazie all’Associazione Alpini e il suo servizio sanitario.
Sono soltanto alcuni dei numeri resi noti a Marghera dall’assessore veneto alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin, durante un incontro a cui hanno partecipato anche il referente regionale del Volontariato di PC, Maurizio Cappello (in rappresentanza delle organizzazioni volontarie) e il coordinatore del 3° Raggruppamento ANA (Associazione Nazionale Alpini), Stefano Ravenna (in rappresentanza delle organizzazioni nazionali), insieme al dirigente della struttura regionale di Protezione Civile, Luca Soppelsa.
“I volontari – dice l’assessore Bottacin – sono stati impegnati principalmente in attività logistiche, tra cui il montaggio delle tende presso le strutture sanitarie, la distribuzione di mascherine e altri beni di prima necessità alla popolazione nella fase iniziale dell’emergenza, nelle attività dei Centri Operativi Comunali, nel servizio d’ordine ai punti tampone e vaccinali oltre che nel presidio anti assembramenti ed in molte altre situazioni. Hanno svolto un lavoro straordinario, pensiamo soltanto che grazie ai volontari e al coordinamento della Protezione Civile regionale la riattivazione di sei ex ospedali: Bussolengo, Isola della Scala, Monselice, Noale, Valdobbiadene, Zevio è stata garantita a tempo di record”.
“Le battaglie – sottolinea l’Assessore – si vincono con le truppe d’assalto, ma anche con il fondamentale supporto dei battaglioni logistici. In questa difficile guerra contro il Coronavirus in Veneto, i primi sono rappresentati magnificamente dai sanitari, i secondi altrettanto magnificamente dai volontari della Protezione Civile. La loro battaglia, per sedici mesi, ha trovato anima e cuore pulsante nella sede di Marghera, dove, a supporto delle strutture sanitarie, vi è una costante regia per tutti gli aspetti logistici per l’emergenza legata al Covid-19”.
Ma lo sforzo legato all’emergenza Coronavirus non ha impedito alla Protezione civile regionale di assicurare gli interventi su altri fronti.
“Negli ultimi quindici mesi anche tantissimi interventi sul territorio, in particolare per emergenze dovute al maltempo, tra le quali quelle di agosto e dicembre 2020, con oltre 200 comuni coinvolti per ognuna calamità. Un’opera che in tempi in cui sembrava dovesse essere tutto concentrato sulla pandemia ha visto al lavoro 3828 volontari per complessive 7592 giornate uomo. Sono stati 15, in questo periodo, gli stati di crisi riconosciuti con specifico provvedimento del Presidente della Regione. Penso che la Protezione civile della nostra Regione sia stata veramente protagonista di un miracolo, per il quale tutti dobbiamo dire il nostro grazie”.
Written by: Redazione
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