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La pesca ha rappresentato e rappresenta da sempre una delle attività economiche e sociali principali e peculiari, che caratterizzano la città di Chioggia ed ha un grande valore storico e culturale. Esercitata fin dai tempi antichi, si tratta di una vera e propria arte, il cui sapere e le cui conoscenze vengono tramandate di padre in figlio. La marineria clodiense è oggi una delle flotte più corpose e numerose d’Italia. Il settore della Pesca e dell’Acquacoltura conta, infatti, nella Provincia di Venezia ben 862 aziende e, se si considerano anche le province limitrofe, si raggiungono circa le 2.000 unità. Vista l’importanza di questo settore in un territorio dalle svariate fragilità, è stato costituito il distretto ittico di Rovigo e Chioggia che raggiunge un fatturato annuo intorno agli 800 milioni di euro e che dà lavoro a circa 8.500 unità. Le imprese hanno sede nei territori comunali di Chioggia, Ariano nel Polesine, Loreo, Porto Tolle, Rosolina, Taglio di Po, Porto Viro e operano nei settori della pesca/allevamento, della conservazione e commercio, e della trasformazione di pesce, crostacei e molluschi.
«Siamo consapevoli che la politica comunitaria tenda a gestire il settore della pesca europea come una risorsa comune, dando a tutte le flotte europee un accesso paritario alle acque dell’UE, con un’attenzione a garantire la sopravvivenza delle specie ittiche e della biodiversità marina – spiega l’assessore alla Pesca Daniele Stecco – ma il raggiungimento di questi obiettivi non si può attuare con la riduzione delle giornate di pesca in Adriatico: mare questo che ha delle caratteristiche ben diverse dal resto del Mediterraneo e soprattutto dell’Oceano Atlantico e che richiede delle misure specifiche al nostro contesto. La nostra idea portata all’attenzione del Ministro consiste, invece, nel presentare alla Comunità Europea una nuova immagine della pesca: non ostacolare o ridurre il lavoro dei pescatori ma impiegarli per la tutela e salvaguardia dell’ecosistema marino, attuando politiche e strategie diverse di sviluppo, che incentivino l’innovazione del settore e l’aggregazione sociale e consentano una migliore e più attenta gestione della risorsa ittica, migliorando e salvaguardando l’ecosistema marino. Proponiamo quindi – continua l’assessore Stecco – di avviare un piano di sviluppo a favore della pesca, che miri alla valorizzare dell’eco-sostenibilità ambientale, favorisca investimenti nell’ammodernamento della flotta, incentivi la ricerca scientifica, attui norme e regolamenti più mirati che tengano conto delle specificità territoriali, promuova azioni concrete per la pulizia dei mari e dei fiumi dalla plastica e dagli altri rifiuti, individui soluzioni per il loro utilizzo come risorsa più che come rifiuto, sviluppi e diffonda una “nuova concezione” della pesca, rendendola più sostenibile nell’ottica di un futuro più green /blue anche nel mondo ittico».
«L’Amministrazione comunale nella seduta del 11 maggio scorso ha approvato all’unanimità in Consiglio un ordine del giorno, finalizzato ad esprimere la propria contrarietà a tale proposta della UE – ricorda il sindaco Alessandro Ferro – e a dare pieno sostegno ai pescatori del territorio, evidenziando come un’azione simile porterebbe sicuramente alla definitiva chiusura di molte aziende, già fortemente penalizzate in un anno di pandemia, a seguito anche della chiusura dei canali ricettivi e della ristorazione. Diamo il pieno sostegno, quindi, a quanti operano nel settore della pesca e dell’acquacoltura e auspichiamo che anche il nostro Paese, come hanno già fatto Francia e Spagna, si attivi per continuare
il negoziato con la Commissione europea, individuando altre soluzioni percorribili per tutelare l’ecosistema e salvaguardare l’ambiente marino e quanti vivono in simbiosi con il mare».
Written by: Redazione
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