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“Clienti esasperati dalle code, se il cantiere non verrà rimodulato sceglieranno altre spiagge”. Lo sfogo arriva dai titolari degli stabilimenti balneari di Isola Verde che nel primo weekend di sole hanno ricevuto i primi clienti della stagione, ma anche moltissime lamentale sui tempi di attesa al semaforo che regola il transito sul ponte del Brenta. Attese anche di 45 minuti per poter transitare che, sommate alla normale coda delle strade del mare, rende il viaggio “insopportabile”. «Siamo avviliti e furiosi allo stesso tempo», spiega Chiara Boscolo, titolare dello stabilimento Albachiara, «in un anno già difficile, finalmente abbiamo aperto i battenti e ci ritroviamo una viabilità che scoraggia i nostri clienti, anche i più affezionati, a venire a Isola Verde. Sono venuti la prima volta perché non sapevano a cosa andavano incontro, ma ci hanno già detto in modo molto franco che se la situazione continuerà non verranno più. Noi lavoriamo con i pendolari, è chiaro che nessuno può sopportare di attendere 45 minuti per transitare i pochi metri di un ponte, oltre al normale viaggio, per passare qualche ora al mare. Si parla spesso di Sottomarina, Isola Verde viene sempre lasciata in secondo piano. Vogliamo invece ricordare che abbiamo stabilimenti, campeggi, moltissimi residence e un villaggio turistico. Questo cantiere andava programmato in modo diverso perché sono tre anni che si lavora su questo ponte e si sapeva bene quale tipo di intervento richiedeva».
Dello stesso avviso Willi Tiozzo, titolare di Sabbia&Sale, location anche di molti matrimoni. «Non ho ancora aperto», spiega Tiozzo, «ma è già chiaro quale situazione si troveranno i miei clienti. Ieri nella prima giornata veramente estiva, il traffico è andato in tilt. Le code del ponte si sono dilungate fino a Conche, in un unico immenso serpentone che ha causato ore di agonia per chi voleva semplicemente godersi qualche ora di mare. Nessuno contesta la necessità dei lavori, ma andavano di certo programmati e gestiti in modo diverso. Ci ritroviamo a ridosso della stagione con un cantiere a senso unico e la prospettiva che le cose continuino così fino a luglio. Gli operai vanno raddoppiati e si deve lavorare di notte. Qualsiasi cosa pur di accelerare. Noi abbiamo necessità di poter lavorare, ma in queste condizioni diventa davvero un’impresa arrivare alle nostre spiagge».
Gebis e Cisa camping, a cui sono associati molti operatori di Isola Verde, torna a appellarsi alle autorità per tentare qualsiasi soluzione possa anche solo mitigare i disagi. «Sappiamo che questi lavori sono necessari e sappiamo che ci son dinamiche generali da rispettare», spiega il presidente di Gebis, Gianni Boscolo Moretto, «è anche vero però che la programmazione non è stata delle migliori. Questo tipo di intervento andava senz’altro differito a dopo l’estate, così come i cartelli per le deviazioni, in Romea, in autostrada e in tangenziale, andavano segnalati e comunicati prima dell’avvio dei cantieri. Rincorrere oggi, dopo quasi due mesi di cantiere, delle migliorie dimostra che la concertazione preventiva non ha funzionato».
«Conosco purtroppo personalmente l’impatto di questo cantiere come residente di Ca’ Lino», spiega Luciano Serafini, presidente di Cisa camping, «quando va bene si attendono tre semafori, quando va male anche cinque. E’ un’agonia per chi risiede a sud di Chioggia e per quattro volte al giorno va avanti indietro, ma è un’agonia anche per gli ospiti di Isola Verde che si stanno già lamentando in modo forte. Ci permettiamo di suggerire un piccolo accorgimento che darebbe un minimo di sollievo: anticipare di 40 secondi il verde per chi esce da Isola Verde, rispetto al verde per chi arriva dalla Romea, per far defluire un po’ la coda».
Written by: Redazione
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