“E’ passato un anno, ma non è stato un anno perso – ha detto il presidente Cicutto citando il regista Ermanno Olmi – non pensate che i tempi morti siano inutili, sono molto importanti se servono a comprendere che cosa dovevamo e dobbiamo fare e quali sono gli obiettivi del nostro agire. Una cosa molto importante per tutti coloro che come la Biennale aiutano la creatività, aiutando gli artisti a compiere il loro dovere, anche sociale e morale. Io credo che quest’anno in più che ha avuto la Biennale di Architettura non sia stato un anno perso, anche se è stato un anno nel quale abbiamo tutti dovuto affrontare delle emergenze molto gravi. Mai come oggi c’è necessità di architettura”.
Sarano 63 i Paesi partecipanti: “Quattro saranno presenti per la prima volta alla Biennale Architettura: Repubblica dell’Azerbaigian, Grenada, Iraq e Uzbekistan” ha sottolineato Cicutto. Poi l’omaggio al Padiglione Italia sostenuto e promosso dal Ministero della Cultura, Direzione Generale Creatività Contemporanea e il ringraziamento al predecessore Paolo Baratta “per aver accettato di accompagnare questa edizione dopo averla affidata al curatore Hashim Sarkis”. E infine le rassicurazioni sulla gestione dell’evento: “La presenza delle persone che visiteranno e lavoreranno alla Biennale Architettura – ha confermato il presidente – sarà regolata da precisi protocolli di emergenza e di sicurezza sanitaria anti Covid”.
La Mostra Internazionale comprende opere di 112 partecipanti provenienti da 46 Paesi con una maggiore rappresentanza da Africa, America Latina e Asia e con uguale rappresentanza di uomini e donne. La Mostra è organizzata in cinque “scale” (o aree tematiche), tre allestite all’Arsenale e due al Padiglione Centrale
Cicuto e il curatore Hashim Sarkis hanno ricordato l’attribuzione del Leone d’Oro speciale alla memoria della 17ma Mostra Internazionale a Lina Bo Bardi, architetta, designer, scenografa, artista e critica italiana naturalizzata brasiliana. “Rappresenta perfettamente lo spirito di questa Biennale – ha detto Sarkis – La sua carriera di progettista, curatrice e attivista ci ricorda il ruolo dell’architetto come coordinatore (convener) nonché, aspetto importante, come creatore di visioni collettive. Lina Bo Bardi incarna inoltre la tenacia dell’architetto in tempi difficili, siano essi caratterizzati da guerre, conflitti politici o immigrazione, e la sua capacità di conservare creatività, generosità e ottimismo in ogni circostanza”.
Il curatore si è poi soffermato sul tema della Biennale ‘How will we live together?’ e la valenza di un interrogativo nato prima ancora che scoppiasse l’emergenza sanitaria e che la pandemia ha reso ha reso ancora più importante: “L’attuale pandemia globale – ha spiegato Sarkis – ha senza dubbio reso la domanda posta da questa Biennale ancora più rilevante e appropriata, seppure in qualche modo ironica, visto l’isolamento imposto. Può senz’altro essere una coincidenza che il tema sia stato proposto pochi mesi prima della pandemia. Tuttavia, sono proprio le ragioni che inizialmente ci hanno portato a porre questa domanda – l’intensificarsi della crisi climatica, i massicci spostamenti di popolazione, le instabilità politiche in tutto il mondo e le crescenti disuguaglianze razziali, sociali ed economiche, tra le altre – a condurci verso questa pandemia e a diventare ancora più rilevanti”.
Sarkis ha quindi illustrato le iniziative in programma fino a novembre. Tra le novità il progetto digitale Sneak Peek, ovvero una serie di video e immagini per “spiare” il dietro le quinte delle installazioni, poi i cataloghi della Mostra arricchiti da nuovi format multimediali, le iniziative in collaborazione con Biennale Danza, esposizioni collettive organizzate dai partecipanti, ma anche incontri e workshop tematici. La 17ma Mostra Internazionale vedrà inoltre rinnovata la collaborazione tra la Biennale di Venezia e il Victoria Albert Museum di Londra, all’interno del Padiglione delle Arti Applicate.
“Sapere come usare il sapere” sarà invece il tema dell’esposizione che sarà ospitata al Padiglione Venezia. Un progetto voluto dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e curato da Giovanna Zabotti con la collaborazione del commissario Maurizio Carlin. “Una continua sperimentazione di luoghi e di spazi – spiegano gli organizzatori – il protagonista principale di questa edizione sarà l’architetto Michele De Lucchi, con le sue Education Stations. In una delle stanze laterali del padiglione prenderà vita l”economia della bellezza’ del giornalista, scrittore e conduttore televisivo Emilio Casalini. Un flusso di connessioni tra saperi, risorse materiali ed immateriali, talenti e personalità dei singoli, comunità consapevoli, azioni concrete, progettazione e cambiamento sistemico post pandemia. All’interno del padiglione, inoltre, saranno esposte le opere vincitrici della seconda edizione di “Artefici del nostro tempo”, iniziativa promossa dal Comune di Venezia”.
Dai Giardini della Biennale e dall’Arsenale di Venezia la Biennale Architettura 2021 farà tappa anche a Forte Marghera, che ospiterà all’interno dei suoi spazi espositivi il progetto dedicato al gioco “How will we play together?”, realizzato da 5 architetti internazionali e aperto alla cittadinanza.