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L’iter di realizzazione del progetto dello sbarramento antintrusione salina alla foce del fiume Brenta non si è fermato, ma, come è noto, ha subito ritardi principalmente a causa di ricorsi da parte di alcuni privati, in merito all’intervento stesso.
I progetti per la costruzione dello sbarramento sono iniziati nel 2003, mentre è datata 2009 la sigla del protocollo d’intesa tra: il Magistrato alle Acque di Venezia, ora Provveditorato OO.PP. per il Triveneto; la Regione del Veneto; il Comune di Chioggia e il Consorzio di Bonifica Adige Bacchiglione, ora Consorzio di Bonifica Adige Euganeo.
Il soggetto attuatore dell’intervento è il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (cui sono state trasferite le competenze dell’ex Magistrato alle acque di Venezia) che ha assunto anche, attraverso i propri funzionari, il ruolo di Responsabile Unico del Procedimento, con i relativi compiti.
«Sentito il Provveditorato, l’iter sta procedendo con la massima collaborazione tra i soggetti coinvolti – spiega il sindaco Alessandro Ferro – per quanto riguarda quanto di competenza comunale, ricordo che lo scorso anno è stata aggiornata la documentazione relativa al procedimento espropriativo e approvata dal consiglio la deliberazione per la relativa variante urbanistica e la riapposizione del vincolo preordinato all’esproprio, nonché la conferma del nostro impegno di spesa di 3.479.090 euro. Per quanto riguarda, invece, le tempistiche, entro maggio 2021 si concluderà la partita relativa agli espropri, a cui seguiranno 90 giorni per lo sviluppo del progetto esecutivo, soggetto al parere degli enti promotori. Entro Natale 2021 si prevede la consegna dei lavori, che dureranno circa due anni».
«L’opera è di evidente interesse pubblico e le vittorie nelle varie sedi giudiziarie lo hanno dimostrato – continua il primo cittadino – la sua necessità la avvertiamo con urgenza ancor più oggi, in concomitanza con il cantiere di Anas al ponte sul Brenta: la presenza dell’infrastruttura carrabile avrebbe, infatti, permesso ai cittadini delle frazioni di raggiungere agevolmente Isola Verde, Ca’ Lino e Sant’Anna da Sottomarina, senza transitare per la statale Romea. Per non parlare dei risvolti positivi sul turismo, in particolar modo ciclabile, come sottolineano, a ragione, anche le categorie».
Lo sbarramento, del costo previsto di 19.935.000 euro, è fondamentale per impedire il fenomeno del cuneo salino, ovvero l’infiltrazione dell’acqua marina nelle acque dolci del fiume, per salvaguardare i terreni dalla desertificazione, permettendo agli agricoltori della zona di continuare la propria attività lavorativa. L’opera garantirà comunque la possibilità di risalita del fiume da parte dei diportisti.
Written by: Redazione