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Quasi un italiano su cinque (18%) per un totale di 10,98 milioni di persone rischia di finire in zona rossa scura se saranno confermate le proiezioni che inseriscono Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Veneto, insieme alla Provincia autonoma di Bolzano, tra le aree sottoposte all’obbligo di test e quarantena per poter viaggiare nell’Ue. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento agli effetti della simulazione sugli ultimi dati raccolti dall’Ecdc, risalenti al 17 gennaio scorso. Se le indicazioni fossero confermate, una componente rilevante della popolazione italiana, residente in queste aree considerate ad alto rischio, sarebbe sottoposta – sottolinea la Coldiretti – a misure restrittive con l’obbligo di prevedere un test prima della partenza e una quarantena all’arrivo. Il Nord Est – continua la Coldiretti – oltre ad essere ad alta densità abitativa è anche una delle aree più produttive del Paese con una forte propensione all’export e ai rapporti con i mercati internazionali. Senza dimenticare – conclude la Coldiretti – il peso del settore turistico con alcune delle mete più conosciute al mondo come Venezia e i primati dell’enogastronomia.
“Immagino che l’Ecdc parta dalla considerazione che i dati italiani siano uniformi. Questo è un errore di fondo che porta a dati fuorvianti. Bisogna ribadire per l’ennesima volta che il numero di positivi a settimana su centomila abitanti dipende dalle positività che si trovano facendo tamponi. Basta applicare la proprietà transitiva, ma anche stavolta non è stato fatto, secondo la quale chi fa tanti tamponi trova tanti positivi, chi ne fa meno, ne trova meno. In Veneto arriviamo a farne 60-65 mila al giorno, in altre regioni se ne fanno magari un decimo. E’ quindi ovvio che non si possono mettere a confronto regioni che fanno tanti tamponi e altre che non ne fanno”. Lo precisa con forza il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia.
“Noi – incalza Zaia – abbiamo sempre avuto una percentuale di positivi sui tamponi eseguiti giornalmente non superiore all’8%, e in questi ultimi 20 giorni tale percentuale si è attestata tra il 2% e il 4%”. “Quindi – conclude il Governatore – tutti, a ogni livello, devono parlare sulla base di dati omogenei, perché altrimenti, come in questo caso, scaturiscono dati fuorvianti, che non c’entrano assolutamente niente con la realtà”.
Le rilevazioni del Veneto, peraltro, parlano chiaro in questo senso, con 201 casi su 100.000 su base settimanale.
Written by: Redazione