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L’amministrazione comunale chiede a tutti gli enti coinvolti di superare con celerità questa fase di stallo che sta coinvolgendo le opere compensative del Mose, come il Forte San Felice a Chioggia e la sua oasi naturalistica. Nello specifico, il vicesindaco e assessore all’Ambiente Marco Veronese, nella giornata di ieri ha inviato una lettera di sollecito al Commissario Straordinario del Mose, l’architetto Elisabetta Spitz, al Consorzio Venezia Nuova, all’attenzione dell’ingegner Francesco Ossola e per conoscenza al Ministero della Difesa, Agenzia del Demanio, Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche, Soprintendenza e Comitato San Felice.
«Condividiamo le preoccupazioni sullo stallo dei lavori delle opere complementari al Mose – spiega il vicesindaco e assessore all’ambiente Marco Veronese – nello specifico, i lavori al Forte San Felice non hanno visto, causa emergenza sanitaria, nemmeno la conclusione del primo stralcio (dei tre stralci previsti) del suo progetto di recupero e valorizzazione. Non è iniziata la realizzazione dei percorsi di visita sopra i bastioni e gli interventi di restauro del portale monumentale del Tiralidel 1704 si sono fermati questa estate per la crisi dell’impresa e la ditta sostitutiva non ha ancora avuto l’autorizzazione al subentro dal Consorzio Venezia Nuova.
Il portale del Tirali rischia un degrado non recuperabile – aggiunge il vicesindaco Veronese – in particolar modo per ciò che riguarda le strutture lignee di copertura. A questo motivo, concreto e oggettivo, si aggiunge un enorme disagio vissuto dalla nostra amministrazione nei confronti della propria comunità, che ha visto con grande entusiasmo l’avvio dei lavori che, poco dopo, sono stati interrotti e non più riavviati, procurando un forte sconcerto generale. Anche la redazione dei progetti di recupero degli altri immobili, compreso il castello della Luppa, e dell’oasi naturalistica è un’attività non procrastinabile, per tutte le fasi programmate dagli enti sottoscrittori dell’importante Protocollo d’Intesa del 2018.
Tutto ciò mi ha portato ad inviare una lettera al commissario al Mose, Elisabetta Spitz, a Consorzio Venezia Nuova, Provveditorato e Ministero delle Infrastrutture per sollecitare lo sblocco urgente dei lavori e la conclusione dell’attività di progettazione del secondo e terzo stralcio, perché l’area del Forte non venga lasciata a se stessa.
Attendo a breve la convocazione di un nuovo Tavolo Tecnico – conclude il vicesindaco Veronese – in cui ribadirò la necessità che Forte San Felice rientri nell’ordine del giorno del prossimo Comitatone, con un finanziamento della Legge Speciale, che vada ad aggiungersi ai 7 milioni previsti nel Piano Europa, ma non sufficienti per realizzare quanto previsto dal Protocollo d’intesa».
Written by: Redazione