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A spingere gli italiani al mare dopo il lungo periodo di lockdown è un 2020 che con una temperatura superiore di 1,41 gradi la media storica si classifica, fino ad ora, come il piu’ caldo da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800 È quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione delle prime riaperture delle spiagge italiane con l’emergenza coronavirus, sulla base dei dati Isac- Cnr relativi al primo quadrimestre dell’anno.
A Sottomarina i primi turisti sono arrivati sia dalle vicine province di Padova e Vicenza, sia dal Veronese. Per alcuni stabilimenti balneari il weekend ha rappresentato anche le prime giornate di lavoro della nuova stagione, sia per quanto riguarda il servizio spiaggia con noleggio di lettini e ombrelloni, sia per quanto riguarda i servizi di ristorazione, il tutto naturalmente nel rispetto di quelle che sono le normative di prevenzione al Covid-19.
Se il caldo ha spinto dove consentito molti italiani in spiaggia, a preoccupare è la siccità che dal Veneto alla Puglia, a macchia di leopardo, colpisce le campagne. Al Sud in Basilicata negli invasi mancano all’appello oltre 66 milioni di metri cubi rispetto all’anno scorso mentre in Sicilia il deficit è di 61,63 milioni di metri cubi rispetto ad un anno fa ma gravissima è la condizione della Puglia, il cui deficit idrico è addirittura attorno ai 122 milioni di metri cubi rispetto al 2019 secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Anbi. La situazione nonostante i recenti temporali resta preoccupante anche al nord dove – precisa la Coldiretti – i corsi d’acqua sono al di sotto dei livelli medi del periodo a causa di un inverno ed una primavera asciutti.
L’anomalia climatica conferma la tendenza al surriscaldamento anche in Italia con il 2019 che è stato complessivamente il quarto anno più bollente dal 1800 con una temperatura superiore addirittura di 0,96 gradi rispetto alla media di riferimento dopo i record di 2014, 2015 e 2018 secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr. La tendenza al surriscaldamento è accompagnata da una più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa. L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio.
Written by: Redazione