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È tornato nei giorni scorsi in piazza il Comitato No Gpl, che ha fatto sentire la sua voce questa volta contro l’amministrazione comunale rea di ritardare l’affidamento dello studio sull’impatto che navi gasiere e autobotti avrebbero sull’area portuale.
«Non comprendiamo le vere ragioni della protesta che il comitato No Gpl sta portando avanti in questi giorni contro l’Amministrazione – commentano il vicesindaco e assessore all’ambiente Marco Veronese e l’assessore alla protezione civile Genny Cavazzana, che hanno partecipato, assieme a tutti gli Enti coinvolti, ai recenti incontri per la predisposizione del piano di emergenza esterna presso la sede dei Comando dei Vigili del Fuoco a Mestre – perché siamo tutti d’accordo che lo studio sul transito delle navi gasiere nel porto di Chioggia vada fatto e l’iter infatti è in corso senza ritardi, nei tempi e nei modi consentiti dalla legge».
Continua il vicesindaco Marco Veronese: «Lo studio potrà servire anche in sede delle commissioni ministeriali, perché potrà far emergere delle criticità, ma, voglio sottolineare, non è la panacea di tutti i mali e i cittadini lo devono sapere. Il Comitato, a cui abbiamo sempre dato ascolto in un’ottica di collaborazione per un fine comune, sta dando troppa importanza a questo fascicolo, perché sono anche altre le questioni rilevanti su cui dobbiamo continuare a lavorare».
È stato proprio il Comune di Chioggia nell’ambito dell’iter del piano di emergenza esterna del deposito a chiedere agli enti coinvolti che venisse realizzato il piano di sicurezza del transito delle navi gasiere nel porto, poiché era presente un vuoto normativo da colmare dopo l’entrata in vigore della “Direttiva Seveso III”. Questa direttiva (D.Lgs 105/2015) prevede infatti che il piano di emergenza esterno venga redatto solo per l’impianto a terra, mentre prima del 2015 era la Capitaneria di Porto ad occuparsi del Rapporto di Sicurezza in ambito portuale (RISP). La Prefettura di Venezia ha dato il via libera per lo studio al Comune di Chioggia, che se ne è preso carico mettendo a bilancio la somma necessaria.
«Il Comitato sta sbagliando l’indirizzo dove far giungere le sue proteste – aggiunge il sindaco Alessandro Ferro – come Amministrazione fin dal nostro insediamento stiamo facendo tutto il possibile, anche in sede giudiziaria, ma la decisione se fermare il deposito spetta a Roma ed è lì che il Comitato dovrebbe andare a dire la propria. Dal canto nostro, abbiamo già chiesto di essere convocati dal nuovo Governo, Mise e Mit».
Written by: Redazione
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