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Il merletto candidato a patrimonio dell’Unesco. Ieri i referenti dei 30 comuni coinvolti nel progetto di candidatura, tra cui Chioggia, si sono incontrati presso il Comune di Sansepolcro in provincia di Arezzo, per apporre la firma su un documento che darà concretezza al cammino intrapreso.
In rappresentanza della città di Chioggia era presente il sindaco Alessandro Ferro, che si è impegnato a promuovere eventi, incontri, manifestazioni a supporto del progetto.
La lavorazione a tombolo nel territorio di Chioggia è documentata fin dal XVI secolo ed ha avuto una vasta affermazione e diffusione nei successivi XVII e XVIII secoli. Chioggia faceva parte del Dogado della Serenissima Repubblica e anche la storia del merletto è strettamente legata a quella di Venezia.
La popolazione era costituita soprattutto da pescatori, marinai e ortolani e le condizioni economiche erano alquanto precarie, in questa realtà il lavoro a mazzette (a fuselli), praticato dalla maggior parte delle donne, rappresentava un essenziale contributo alla sussistenza delle famiglie. La diffusione era molto capillare nel nostro territorio tanto da occupare, nel 1780, circa settemila lavoranti a domicilio e tutta la loro produzione veniva raccolta da ditte locali che provvedevano alla commercializzazione nel Dogado veneto e anche all’esterno..
Un riferimento storico-letterario lo troviamo nelle Baruffe Chiozzotte di Carlo Goldoni: all’inizio del primo atto sono rappresentate alcune donne che stanno lavorando a tombolo mentre aspettano il ritorno degli uomini dalla pesca.
Sul finire del secolo XVIII, con i cambiamenti della moda, diminuisce la domanda di merletti per l’abbigliamento, tuttavia l’arte continua ad essere praticata nelle famiglie per il corredo e la dote delle giovani donne.
Nell’Ottocento, dopo una progressiva diminuzione della produzione, si ha una ripresa con l’istituzione, nel 1876, della scuola professionale da parte della Società per la Manifattura Veneziana dei Merletti, diretta da Michelangelo Jesurum.
Nel Novecento si continua a trasmettere da madre in figlia l’arte del merletto sia perché rappresenta un contributo all’economia familiare, sia perché viene considerato un bene identitario che deve continuare a vivere. Fino al secondo dopoguerra le calli di Chioggia erano affollate da donne che all’aperto erano intente al lavoro del merletto e del ricamo, nella seconda metà del secolo questa attività è andata poco a poco diminuendo fino quasi a scomparire. Un rinnovato interesse si è avuto con l’istituzione del Palio della Marciliana, negli anni novanta del secolo scorso. Nell’ambito della riproposta degli antichi mestieri si è venuta a recuperare anche la lavorazione a tombolo grazie ad un gruppo di signore che con il loro lavoro a fuselli attirava curiosità ed interesse.
Per info: www.ilmerlettodichioggia.it
Written by: Redazione