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Nella zona a nord del Lusenzo sono presenti 132 unità abitative in area demaniale, di cui l’Ente sta iniziando a chiedere conto. Lo Stato è infatti proprietario di un’area piuttosto ampia nella zona della laguna del Lusenzo a Sottomarina, dove già a partire dai primi anni del ‘900 l’area è stata interessata da occupazioni di privati, che hanno costruito fabbricati ad uso residenziale e commerciale.
Nota del Vicesindaco e Assessore al Demanio Marco Veronese.:”Come ha specificato l’Agenzia del Demanio in una nota del 19 settembre scorso – sottolinea il Vicesindaco e Assessore al Demanio Marco Veronese – la quasi totalità dei fabbricati costruiti sul compendio demaniale denominato “Ex aree imbonite nella fascia lagunare Sottomarina” è stata realizzata antecedentemente alle sdemanializzazioni effettuate con decreti del 19/7/1950 e del 10/2/1965 e prima dell’entrata in vigore della legge urbanistica del 1967. Negli anni gli “occupanti” hanno pagato le tasse e acquisito i titoli ritenuti legittimi per l’epoca.
La scheda VEB0676 conta 132 immobili, a cui corrispondono circa 200 famiglie, la maggior parte composte da persone anziane. L’Amministrazione Comunale, anche prima dell’estate 2017, ha continuato a lavorare con i parlamentari che da Roma seguono l’arcinota vicenda di “Riva Lusenzo”, mettendosi in contatto a più riprese con l’Agenzia del Demanio del Veneto, proprio per dare risposte ai Senatori e Deputati impegnati a trovare una soluzione politica alla grave “anomalia” che si è generata dopo cent’anni.
Tutte le forze politiche hanno sposato un provvedimento che la nostra Amministrazione ha già utilizzato in passato per risolvere una situazione similare nel nostro territorio. Tale provvedimento è stato presentato due volte nelle precedenti leggi di stabilità (dal M5S, dal PD e da FI), ma ritenuto inammissibile per estraneità di materia. È stato di nuovo presentato come emendamento nel DL Semplificazioni 2019, ma si è fermato nelle Commissioni Riunite V e VIII del Senato a gennaio, per un parere negativo della Ragioneria dello Stato, seppure nel parere del Demanio – Dipartimento Finanze, si leggesse testualmente: “Si presume che la disposizione, laddove ci sia la volontà politica, miri a superare le sopra cennate difficoltà risolvendo l’annosa questione”, con chiaro significato dell’auspicio da parte del Demanio dello Stato.
La Ragioneria dello Stato ha lamentato la mancanza di una Relazione Tecnica da parte dell’Agenzia del Demanio del Veneto. Ma non possiamo rimproverare nulla al Demanio del Veneto (anche alla luce dell’affermazione fatta dal Demanio nazionale riportata di cui sopra), dato che ha supportato l’Amministrazione di Chioggia con molto impegno, tant’è che nei giorni cruciali di gennaio, con il DL Semplificazioni in corsa, e tutte le forze politiche “sul pezzo”, l’Amministrazione ha risposto punto per punto alle perplessità della Ragioneria dello Stato, relazionando loro in merito ai costi dei terreni e all’ammontare dei canoni pregressi; tutto si è svolto in diretto collegamento tra l’Amministrazione, il MISE e l’Agenzia del Demanio del Veneto. Non è bastato.
Procederemo dunque con una richiesta formale della Relazione Tecnica al Demanio del Veneto, come da sollecito della Ragioneria dello Stato; questo in vista del prossimo provvedimento legislativo utile per inserire di nuovo la questione di “Riva Lusenzo”.
I tempi tecnici per l’iter di un disegno di legge sarebbe troppo lungo, dobbiamo trovare rapidamente un’altra soluzione per Chioggia, che faccia da apripista per altri Comuni. È una problematica che rischia di diventare anche sociale: sono coinvolte tante famiglie che non sono in grado di gestire un dramma del genere, con l‘incognita di dover pagare cartelle 150/200 mila euro che non possono assolutamente sostenere.
L’Amministrazione Comunale continuerà ad impegnarsi ancora e con maggiore tenacia per i cittadini di “Riva Lusenzo”: si devetrovare una soluzione per chi continua a pagare tasse ed imposte (anche sui terreni su cui sono edificate le case), per chi nei passaggi di proprietà ha già versato denari allo Stato, per chi oggi si trova ancora in un limbo, vecchio di cent’anni».
Written by: Redazione
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