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“Siamo a Mestre, questo è M9, questa è la contemporaneità”. Esprimono soddisfazione le parole del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, per un progetto ambizioso, nato da lontano, che si è concluso e che contribuirà al rilancio e allo sviluppo della terraferma veneziana.
E’ stato ufficialmente inaugurato questa mattina il grande Museo multimediale del ’900 al centro del nuovo distretto di rigenerazione urbana nel cuore di Mestre, tra via Poerio e via Brenta Vecchia, il progetto più importante della Fondazione di Venezia, che ha investito 110 milioni di euro per la sua realizzazione, affidata a Polymnia Venezia.
Un appuntamento molto atteso, a cui hanno preso parte il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Ministro per i Beni e le Attività culturali Alberto Bonisoli, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, insieme a numerosi assessori e consiglieri comunali, l’assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari, Carlos Alberto de Pinho Moreira Azevedo, delegato del Pontificio Consiglio della cultura, il presidente della Fondazione Venezia Giampietro Brunello, l’amministratore delegato di Polymnia Valerio Zingarelli, il direttore del museo Marco Biscione e tantissime autorità cittadine.
“Voglio ringraziare Giuliano Segre che ha amministrato bene la Fondazione di Venezia, che è un patrimonio della città, dando la possibilità all’attuale presidente di concludere il progetto – ha dichiarato il sindaco Brugnaro nel suo intervento. Voglio anche ringraziare le amministrazioni precedenti che hanno avuto la lungimiranza di pensare a un’azione così innovativa in questa città. Qui raccontiamo la storia del ‘900, non solo di Mestre e Porto Marghera, ma della popolazione italiana. Ci vuole il coraggio di riconoscere che è necessaria una continuità amministrativa: bisogna prendere il testimone e completare le opere. Con questo museo stiamo suggellando di fronte al mondo che Venezia è una grande città viva e moderna, come dimostrano le sue università e la Biennale. Nel momento in cui qualcuno pensa che Venezia stia tra Rialto e San Marco sta uccidendo l’idea di una città moderna e avanzata. Ci candidiamo ad essere esempio di una realtà che vuole migliorare trasversalmente”. Poi un appello al Governo: “Non possiamo bloccare Porto Marghera che va rilanciata per attrarre investitori da tutto il mondo. La cultura della modernità ha fatto vedere che la guerra non porta a niente. Distruzione e odio non servono. Questo è un luogo di pace, che insieme alla libertà è il più grande valore economico”.
Ispirato ad esperienze internazionali di rigenerazione urbana, M9 propone un format innovativo nel quale cultura multimediale, architettura sostenibile, tecnologia, servizi per i cittadini e forme innovative di commercio viaggiano sullo stesso binario.
Durante la presentazione scorrono le immagini dei lavori progettati dallo studio berlinese Sauerbruch Hutton. Dal 2013 a oggi: da quartiere intercluso a distretto della modernità, attraversabile dai quattro lati, dove il recupero dell’ex convento del XVI secolo di Santa Maria delle Grazie s’inserisce armoniosamente insieme ai nuovi edifici, per dare forma alla cosiddetta città intelligente in cui eventi, arte, cultura, intrattenimento sono un tutt’uno.
“Sono davvero entusiasta – dirà al termine della visita il presidente del Senato Alberti Casellati – perché M9 è un’opera straordinaria, rappresenta un fiore all’occhiello per Venezia, Mestre, il Veneto e l’Italia. Sono rimasta particolarmente colpita dalla sezione 8 quella che riguarda l’italianità, in cui esprimiamo il nostro orgoglio italiano: si parla di cultura, letteratura, cinema, religione, di tutto ciò che esprime il nostro talento e il nostro genio e che ci fa apprezzare in tutto il mondo”.
Il Museo multimediale del ’900 si sviluppa su due dei tre piani dell’edificio principale. La narrazione è interamente multimediale – i materiali digitali (6.000 foto, 820 video per circa 10 ore di filmati video montati, 500 record di materiale iconografico, tra manifesti, periodici, quotidiani e materiale grigio, 400 file audio) provengono da 150 archivi, le installazioni multimediali e interattive sono 60, i contenuti sono curati da 47 tra storici, sociologi, architetti, scrittori – e suddivisa in 8 sezioni: Demografia e strutture sociali; Consumi, costumi e stili di vita; Scienza, tecnologia e innovazione; Economia, lavoro, produzione, benessere; Paesaggi e insediamenti urbani; Lo Stato, le istituzioni, la politica; Educazione, informazione formazione; Che cosa ci fa sentire italiani.
L’esposizione permanente museale su due piani sarà affiancata da un piano per le mostre temporanee, che approfondiranno le tematiche del Museo spaziando dalla fotografia, al design, all’arte, alla tecnologia.
“Questa operazione è molto ambiziosa – ha dichiarato il ministro Bonisoli – è il primo museo interattivo italiano e la sfida è davvero di livello mondiale”.
Il museo aprirà al pubblico domani 2 dicembre e il suo obiettivo sarà quello di rivolgersi a tanti pubblici: alle famiglie, ai giovani, agli studenti. “Sarà un patrimonio vivo a disposizione della collettività – hanno evidenziato Brunello e Biscione – che dovrà vivere in modo sostenibile, parlare del futuro in continua trasformazione, offrire spunti piacevoli in modo coinvolgente e interattivo”.
Written by: Redazione
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